Il 2024 è stato l’anno più caldo della storia: la Terra entra in una nuova era climatica
Secondo il sesto rapporto “State of the Climate 2025”, pubblicato sulla rivista BioScience e guidato dall’Università Statale dell’Oregon, il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato nella storia moderna, probabilmente il più caldo degli ultimi 125 mila anni. Gli esperti avvertono che 22 dei 34 parametri vitali del pianeta sono oggi a rischio, tra cui l’aumento della temperatura degli oceani e la perdita di foreste dovuta agli incendi.
L’analisi mostra che i cambiamenti climatici non solo continuano, ma stanno accelerando a un ritmo sempre più preoccupante. Le conseguenze si manifestano su larga scala, con effetti che vanno dall’instabilità degli ecosistemi alla sicurezza alimentare e idrica.
Parametri vitali del pianeta oltre i limiti di sicurezza
Johan Rockström, direttore dell’Istituto di Potsdam per la ricerca sull’impatto climatico e coautore del rapporto, ha sottolineato che molti indicatori ambientali hanno superato di molto i loro record precedenti. Tra i principali segnali d’allarme figurano l’indebolimento della corrente atlantica AMOC, che potrebbe generare cambiamenti irreversibili nel clima globale, e la progressiva perdita di biodiversità che mina l’equilibrio della biosfera.
Combustibili fossili
Nel 2024 il consumo di energia proveniente da combustibili fossili ha raggiunto un nuovo massimo storico. Nonostante la crescita delle fonti rinnovabili come eolico e solare, la loro produzione rimane 31 volte inferiore rispetto a quella dei combustibili tradizionali.
Il rapporto evidenzia inoltre che la perdita di foreste dovuta agli incendi ha toccato livelli senza precedenti: solo in Europa, nell’estate 2025, oltre un milione di ettari sono stati distrutti dal fuoco.
Rischio caos climatico
Secondo William Ripple, professore di ecologia e coordinatore principale del rapporto, senza un intervento rapido e globale il pianeta rischia di entrare in una fase di caos climatico con gravi ripercussioni politiche, sanitarie ed ecologiche. Tuttavia, le possibilità di agire non sono esaurite: anche senza il pieno raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi, esistono margini concreti per contenere i danni.
Le azioni prioritarie per salvare il clima
Il documento propone una serie di strategie ritenute fondamentali per contrastare la crisi climatica. Tra queste, la rapida eliminazione dei combustibili fossili con l’obiettivo di raggiungere il 70% di energia rinnovabile entro il 2050, la riduzione dello spreco alimentare che oggi rappresenta fino al 10% delle emissioni globali di gas serra e la promozione di diete a maggiore contenuto vegetale.
Altro punto cruciale è il ripristino degli ecosistemi naturali come foreste, torbiere, mangrovie e zone umide. Questi ambienti potrebbero assorbire fino a 10 miliardi di tonnellate di CO2 all’anno, pari a circa un quarto delle emissioni attuali, contribuendo in modo decisivo alla stabilità climatica del pianeta.
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