Dal 9 agosto 2025, il decreto-legge n. 116/2025 ha elevato l’abbandono dei rifiuti lungo strade e campagne a reato ambientale. Tra le novità più rilevanti ci sono sanzioni amministrative e penali, con multe salate, sospensione o revoca della patente e, nei casi più gravi, l’arresto.
La proposta della SIGEA, accolta dal Governo
A prendere la parola è Antonello Fiore, Presidente Nazionale della Società Italiana di Geologia Ambientale (SIGEA):
«Ascoltate dal Governo le nostre proposte di inasprire le pene per chi abbandona rifiuti lungo le strade. Avevamo chiesto che la sospensione o revoca della patente, già prevista per chi abbandona animali, valesse anche per i trasgressori ambientali».
La SIGEA aveva infatti formulato queste proposte fin dalla discussione sul Nuovo Codice della Strada del 2024, coinvolgendo il Viceministro all’Ambiente, on. Vannia Gava.
Perché si tratta di un cambiamento importante
Secondo la SIGEA, l’abbandono di rifiuti non è solo un gesto di inciviltà, ma provoca inquinamento, deturpamento del paesaggio e costi elevati per la rimozione, gravando sulle risorse comuni.
Il decreto-legge ha armonizzato il Codice della Strada con le norme ambientali, favorendo una risposta più efficace e coerente a questo fenomeno.
Cosa prevedono le nuove sanzioni
- Multe fino a 18.000 €, a seconda della gravità dell’abbandono.
- Sospensione della patente da 1 a 6 mesi (fino a 4 mesi per i veicoli, fino a 6 mesi nei casi più gravi).
- Arresto per i casi gravi o ripetuti, soprattutto se riguarda rifiuti pericolosi o in aree protette.
- Videosorveglianza: basta un fotogramma nitido per far scattare la sanzione, senza bisogno di contestazione immediata.
Oltre le sanzioni: serve educazione e prevenzione
Fiore sottolinea infine:
«Solo le sanzioni non bastano. Serve una strategia complessiva con servizi efficienti di raccolta, campagne di educazione e sensibilizzazione, e spinta alla cittadinanza attiva per promuovere il rispetto del territorio».
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