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Abolizione della caccia: oltre 53mila firme valide, raggiunto il quorum per la proposta di legge

Lipu caccia fucili

Abolizione della caccia: oltre 53mila firme valide, raggiunto il quorum per la proposta di legge

Oltre 53mila firme raccolte in appena due mesi hanno permesso di raggiungere e superare il quorum necessario per l’avvio dell’iter parlamentare della proposta di legge di iniziativa popolare per l’abolizione della caccia. Le firme sono state depositate al Senato una settimana fa e sono già state validate.

L’iniziativa è promossa da sei importanti associazioni animaliste: Animalisti Italiani, Enpa, LAC, LAV, LNDC Animal Protection e OIPA. Il testo legislativo punta anche alla tutela di orsi e lupi, all’estensione delle aree protette e al divieto di accesso dei cacciatori alle proprietà private.

Le prossime tappe

Ora la Presidenza del Senato dovrà assegnare ufficialmente la proposta di legge alle Commissioni riunite Ambiente e Agricoltura. Si tratta delle stesse Commissioni che stanno esaminando il controverso Disegno di Legge promosso dal Ministro Lollobrigida.

Secondo le associazioni firmatarie, il rischio è che gli emendamenti proposti dalla maggioranza possano aggravare ulteriormente il quadro normativo, reintroducendo pratiche come la caccia sulle spiagge e aumentando il numero delle specie cacciabili.

Le richieste delle associazioni promotrici

Le organizzazioni promotrici chiedono una rapida calendarizzazione dell’esame parlamentare, sottolineando che la raccolta firme è stata un chiaro segnale della volontà popolare.

Le associazioni dichiarano: “Le cittadine e i cittadini si sono già espressi contro la caccia, adesso è il momento di agire. I fucili da caccia causano milioni di morti tra gli animali selvatici e, come mostrano recenti fatti di cronaca, anche tra gli esseri umani”.

Implicazioni ambientali e sociali

La proposta di legge non si limita a chiedere l’abolizione della caccia. Include anche misure per la salvaguardia della fauna selvatica, in particolare di lupi e orsi, e per l’incremento delle aree protette. Tra i punti centrali vi è anche il divieto di accesso dei cacciatori ai fondi privati, una richiesta spesso avanzata da chi vive in zone rurali.

L’obiettivo delle associazioni è quello di avviare un cambio di paradigma, favorendo la convivenza con la natura e proteggendo la biodiversità attraverso strumenti legislativi concreti.

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