Acciaierie d’Italia, solidarietà ai lavoratori e decarbonizzazione: le richieste delle associazioni
Greenpeace Italia, Legambiente e WWF Italia esprimono solidarietà a lavoratrici, lavoratori e famiglie di Acciaierie d’Italia, oggi travolti da una situazione di profonda incertezza industriale, economica e sociale.
Le tre associazioni sottolineano che la tutela dell’occupazione, la dignità delle persone, la salvaguardia della salute e la riduzione delle emissioni devono essere criteri vincolanti per qualsiasi scelta politica sul futuro del gruppo siderurgico.

Secondo le ONG, l’attuale fase di gestione emergenziale e l’ipotesi di una possibile chiusura disordinata del ciclo produttivo comporterebbero rischi ambientali e sanitari gravissimi, soprattutto in assenza di un piano strutturato di bonifica e di riconversione industriale. A questo si aggiunge la preoccupazione per migliaia di posti di lavoro a rischio.
Dieci giorni fa le associazioni avevano già chiesto al Governo un piano di transizione fondato su governance chiara, tempi certi, risorse dedicate e obiettivi misurabili. Il nuovo confronto con i sindacati, nel quale è emersa come unica certezza un massiccio ricorso alla cassa integrazione, ha spinto Greenpeace, Legambiente e WWF a rilanciare cinque richieste immediate.
Le cinque richieste urgenti delle associazioni
1. Creare un Tavolo nazionale vincolante e inclusivo
Il tavolo deve coinvolgere Governo, Regioni, Comuni, sindacati, imprese e società civile, con l’obiettivo di:
- istituire una governance multi-stakeholder trasparente;
- assicurare garanzie occupazionali e politiche attive del lavoro;
- includere le comunità locali nei processi decisionali.
2. Costituire un nuovo soggetto industriale pubblico
Le ONG chiedono un soggetto imprenditoriale controllato dallo Stato, in grado di:
- garantire la decarbonizzazione effettiva;
- diversificare la produzione;
- realizzare le bonifiche;
- tutelare in modo stabile l’occupazione.
3. Definire un Piano di decarbonizzazione credibile e finanziato
Il piano dovrà:
- prevedere nuovi forni elettrici entro il 2030;
- avviare la dismissione progressiva di altoforni e cokerie;
- includere un impianto DRI (ferro preridotto);
- escludere qualsiasi ricorso a impianti di rigassificazione.
4. Accelerare gli investimenti su rinnovabili e idrogeno verde
La transizione energetica negli impianti siderurgici deve:
- ridurre gli impatti su salute, ambiente e clima;
- sostenere la creazione di nuovi posti di lavoro;
- compensare la minore intensità di manodopera dei processi elettrificati.
5. Utilizzare subito fondi nazionali ed europei
Le ONG chiedono l’uso immediato dei fondi disponibili e il coinvolgimento delle istituzioni europee e delle banche di sviluppo per:
- costruire una piattaforma mista di finanziamento (sovvenzioni, prestiti, garanzie);
- realizzare una transizione industriale sostenibile;
- evitare ricadute sociali drammatiche;
- rispettare gli obiettivi del PNIEC.
Perché intervenire ora: lavoro, salute e ambiente non sono alternativi
Greenpeace, Legambiente e WWF respingono la contrapposizione tra “salvare i posti di lavoro” e “salvare l’ambiente e la salute”.
La sola strategia possibile è una transizione pianificata, partecipata e fondata su investimenti strutturali.
Senza un piano credibile di decarbonizzazione, avvertono le ONG, il rischio è duplice:
- perdita di migliaia di posti di lavoro, con un deserto industriale e sociale nel territorio;
- peggioramento dell’impatto ambientale e sanitario, dopo decenni di sacrifici delle comunità locali.
Una chiusura caotica o una gestione emergenziale aggraverebbero una crisi già profonda, lasciando irrisolti i problemi ambientali e creando nuove emergenze occupazionali.
Per le associazioni, dopo anni di ritardi e responsabilità imprenditoriali disattese, la priorità è evitare un degrado irreversibile del tessuto economico e sociale delle città coinvolte.
Il messaggio delle ONG è chiaro: il Paese ha bisogno di un piano nazionale per il lavoro, la salute e la decarbonizzazione dell’acciaio, basato su trasparenza, partecipazione e investimenti coerenti con gli obiettivi climatici europei.
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