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Accordo UE-Mercosur, Greenpeace: minaccia per ambiente, clima e agricoltura sostenibile

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Accordo UE-Mercosur, Greenpeace: minaccia per ambiente, clima e agricoltura sostenibile

Il trattato commerciale tra l’Unione Europea e il blocco Mercosur (Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay), finalizzato nel dicembre 2024 dopo oltre vent’anni di negoziati, è oggi al centro di forti critiche. In vista del voto di ratifica previsto per settembre 2025, nuove analisi sollevano gravi preoccupazioni ambientali, climatiche e sociali.

I colossi dell’agroindustria come JBS tra i principali beneficiari

Secondo uno studio pubblicato da Greenpeace Paesi Bassi e realizzato dall’istituto di ricerca olandese Profundo, il principale beneficiario dell’accordo sarebbe il gigante brasiliano della carne JBS, che potrebbe incassare fino a 1,7 miliardi di euro di profitti lordi entro il 2040. Una cifra che rappresenta circa l’8% della sua attuale capitalizzazione di mercato e quasi quanto i suoi profitti annuali globali.

I guadagni per i colossi agroindustriali deriverebbero dalla riduzione dei dazi doganali e dall’aumento delle esportazioni verso l’UE, in particolare di carne bovina, pollame, zucchero e miele.

Rischi per i piccoli agricoltori europei

L’accordo, sottolinea Greenpeace, aprirebbe le porte del mercato europeo a prodotti agricoli e alimentari spesso realizzati con standard ambientali e sanitari inferiori, generando concorrenza sleale verso i piccoli e medi agricoltori europei, già messi in difficoltà dall’aumento dei costi di produzione e dal potere contrattuale della grande distribuzione.

Standard sanitari inadeguati e rischi per la salute

I regolamenti sanitari dei Paesi Mercosur risultano meno rigorosi su temi chiave come uso di pesticidi, antibiotici e ormoni. Un recente audit ha rivelato che il Brasile non garantisce l’assenza di ormoni vietati dall’UE nelle esportazioni di carne, sollevando dubbi sulla sicurezza alimentare dei prodotti importati.

Una minaccia concreta per le foreste e il clima

Le conseguenze ambientali potrebbero essere devastanti: l’accordo incentiverebbe l’espansione della produzione agricola intensiva, aggravando la deforestazione in Amazzonia e nel Chaco. Ecosistemi vitali verrebbero sacrificati per far posto a pascoli e coltivazioni destinate ai mangimi animali.

Secondo Greenpeace, questo modello agroindustriale è legato alla distruzione della natura, a gravi violazioni dei diritti umani e a emissioni climalteranti su larga scala.

L’UE ritarda il Regolamento contro la deforestazione

Nel frattempo, l’UE ha deciso di posticipare di un anno l’entrata in vigore del Regolamento contro la deforestazione (EUDR) e di classificare il Brasile e l’Argentina come “rischio standard”, riducendo i controlli sui prodotti importati. Una scelta che, secondo le ONG, mina la credibilità degli impegni climatici e ambientali dell’Europa.

Il ruolo del governo italiano

Il governo Meloni non ha preso una posizione chiara contro l’accordo, limitandosi a chiedere modifiche. Un’inchiesta pubblicata da Politico ha rivelato che l’Italia fa parte del gruppo di Paesi che supportano un indebolimento dell’EUDR, con proposte che includono la riduzione della documentazione richiesta e il posticipo dell’entrata in vigore delle misure.

Transizione agricola sostenibile

«L’accordo UE-Mercosur riempirà le tasche di colossi come JBS, ma sarà devastante per ambiente, clima e agricoltura», ha dichiarato Martina Borghi, della campagna Foreste di Greenpeace Italia. L’organizzazione invita i governi europei a respingere l’accordo, a rafforzare e non indebolire l’EUDR, e a investire in modelli agricoli sostenibili come l’agroecologia.

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