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Crisi climatica, ogni anno 28 miliardi di euro di danni agli agricoltori europei

Crisi climatica, ogni anno 28 miliardi di euro di danni agli agricoltori europei

L’agricoltura europea si trova oggi in una fase critica, messa a dura prova dagli effetti sempre più intensi e frequenti della crisi climatica. Eventi meteorologici estremi, come siccità e ondate di calore, generano ogni anno perdite economiche superiori a 28 miliardi di euro, mettendo in discussione la sostenibilità e la resilienza del sistema agroalimentare continentale.

In questo contesto, Climate Action Network (CAN) Europe lancia un appello urgente ai ministri dell’agricoltura dell’Unione Europea, riuniti il 26 maggio nell’ambito del Consiglio AGRIFISH, per promuovere una transizione agroecologica giusta e ambiziosa, capace di affrontare le sfide climatiche e di garantire un futuro equo e sostenibile per il settore.



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Il 2025 segna un’altra estate di siccità

Le proiezioni per il 2025 indicano un’estate particolarmente critica sul fronte della siccità, con forti rischi per l’agricoltura e la disponibilità di risorse idriche. Le conseguenze non si limiteranno ai raccolti e agli allevamenti, ma avranno un impatto severo anche sulla biodiversità e sulla vita delle comunità rurali.

Di fronte a questa minaccia, CAN Europe sottolinea la necessità che i ministri presenti al Consiglio AGRIFISH si assumano la responsabilità di guidare un cambiamento strutturale del sistema agroalimentare europeo. La resilienza, l’adattamento climatico e la sostenibilità devono diventare le colonne portanti della nuova “Visione per l’Agricoltura e l’Alimentazione” proposta dalla Commissione europea.

Obiettivo clima 2040

CAN Europe propone che, nell’ambito della definizione del nuovo obiettivo climatico UE al 2040, venga introdotto un target settoriale vincolante per l’agricoltura. Solo così sarà possibile contribuire in modo concreto alla riduzione complessiva delle emissioni, rendendo il settore agricolo parte attiva del percorso verso la neutralità climatica.

Tuttavia, questo obiettivo non potrà essere raggiunto senza una riforma del sistema dei finanziamenti, oggi ancora fortemente orientato a favore delle grandi aziende agricole, spesso responsabili delle emissioni più dannose. CAN Europe chiede quindi un riequilibrio delle risorse, a sostegno delle pratiche agricole rigenerative, delle piccole aziende e di chi investe in soluzioni sostenibili.

Meno burocrazia, ma più emissioni?

Il recente pacchetto di semplificazione della PAC (Politica Agricola Comune) proposto dalla Commissione europea ha sollevato non poche preoccupazioni tra gli ambientalisti. Pur riconoscendo alcuni benefici in termini di riduzione della burocrazia – ad esempio per l’agricoltura biologica – molte delle misure proposte rischiano di avere effetti negativi sulle performance ambientali del settore.

Secondo Sven Harmeling, responsabile clima di CAN Europe, “alcune proposte potrebbero addirittura indebolire gli obiettivi climatici dell’UE, ad esempio consentendo di convertire il 10% dei pascoli per un uso agricolo più intensivo, rispetto al 5% previsto attualmente”. Ancora più preoccupante è il tentativo di sganciare la PAC dalle recenti normative ambientali, mettendo a rischio la coerenza delle politiche climatiche europee.

Una transizione giusta per tutti

Il momento per agire è ora. I ministri europei hanno la possibilità – e la responsabilità – di promuovere un nuovo quadro normativo per l’agricoltura che sia in grado di ridurre le emissioni lungo l’intera filiera agroalimentare. CAN Europe invita a mettere in campo una strategia di transizione giusta, che coniughi: tutela ambientale, giustizia sociale, ed equità economica.

Questa trasformazione dovrebbe includere prezzi equi per produttori e consumatori, maggiore attenzione al benessere animale, e l’applicazione rigorosa del principio “chi inquina paga” per chi contribuisce in modo sproporzionato al degrado ambientale.

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