Pfas, alti livelli di Tfa in pane, pasta e cereali: prodotti alimentari a rischio in Italia e Europa
Un nuovo studio di Pan Europe evidenzia la presenza diffusa di Tfa, acido trifluoroacetico, un Pfas reprotossico, in numerosi prodotti cerealicoli venduti in tutta Europa. Il contaminante è stato rilevato non solo nei cereali da colazione ma anche in pane, pasta, farine e prodotti da forno. Lo studio, il primo di questa portata a livello europeo, mostra che la dieta rappresenta una via di esposizione molto più rilevante rispetto all’acqua potabile.
La contaminazione in numeri
L’indagine ha analizzato 65 prodotti convenzionali provenienti da 16 Paesi europei. Il Tfa è stato rilevato nell’81,8 per cento dei campioni, con concentrazioni medie pari a 78,9 microgrammi per chilo e picchi fino a 360 microgrammi per chilo. I prodotti a base di grano sono risultati più contaminati rispetto ad altri cereali, con livelli medi oltre 100 volte superiori a quelli riscontrati nell’acqua potabile.
In assenza di limiti massimi di residui specifici per il Tfa, si applica il limite predefinito di 0,01 mg/kg, superato da 53 campioni.
I Paesi e i prodotti più contaminati
Tra i valori più elevati registrati nello studio compaiono:
360 microgrammi per chilo in cereali da colazione in Irlanda
340 in pane integrale belga
310 in farina di grano tedesca
210 in una baguette francese
200 in Rauchbrot svizzero
180 in un croissant francese
130 nelle pepernoten olandesi
120 nel pane da toast spagnolo
120 nella farina del Lussemburgo
74 nel pangrattato austriaco
Tra i valori raccolti sotto embargo figurano anche prodotti italiani: spaghetti con 26 microgrammi per chilo.
Il caso italiano: attenzione alla pasta
In Italia il Tfa è stato individuato in diversi prodotti cerealicoli, con particolare attenzione alla pasta, alimento centrale della dieta quotidiana. Lo studio stima una concentrazione media di 1,3 microgrammi per porzione, sia nella dose da 50 grammi per bambini sia in quella da 100 grammi per gli adulti.
L’esposizione giornaliera stimata è di 0,064 microgrammi per chilo di peso corporeo negli adulti e 3,32 microgrammi per chilo nei bambini. Per questi ultimi, l’esposizione raggiunge il 184 per cento dell’assunzione giornaliera accettabile proposta da Pan Europe, mentre negli adulti rappresenta il 70 per cento.
I rischi per la salute collegati al Tfa
Il Tfa è un prodotto di degradazione di pesticidi Pfas e gas fluorurati. È estremamente persistente, mobile e tossico per la riproduzione. Gli studi industriali lo associano a effetti negativi su tiroide, fegato, sistema immunitario e alla riduzione della qualità dello sperma. La sua elevata solubilità in acqua ne favorisce l’accumulo in suolo e acque, con successivo assorbimento da parte delle piante. Il grano, in particolare, mostra un’elevata capacità di assorbimento, spiegando così la forte contaminazione di pane, pasta e biscotti.
Le richieste di Pan Europe a Efsa e Commissione
Pan Europe e le organizzazioni partner chiedono l’introduzione immediata di un limite di sicurezza molto più stringente per il Tfa e il divieto dei pesticidi Pfas, ritenuti la principale fonte di contaminazione lungo la catena alimentare.
La policy officer di Pan Europe Salomé Roynel sottolinea l’urgenza di vietare i pesticidi Pfas per fermare la diffusione del Tfa negli alimenti, mentre la responsabile scienza e politiche Angeliki Lysimachou evidenzia come tutti i campioni superino il limite massimo di residuo predefinito. Le richieste comprendono anche un monitoraggio sistematico degli alimenti da parte degli Stati membri e una revisione normativa da parte di Efsa.
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