Alluvioni in Asia, WWF: catastrofi sempre più devastanti, ma la politica non agisce
Il numero delle vittime e dei dispersi continua a crescere dopo le violente alluvioni che hanno colpito Indonesia, Sri Lanka e Thailandia, provocando inondazioni e frane diffuse. Secondo il WWF, questi eventi estremi sono sempre più intensi e devastanti, colpendo territori già fragili a causa della deforestazione e della gestione forestale insostenibile. Le conseguenze ricadono interamente sulle comunità locali, che vedono distrutti territori, abitazioni e mezzi di sussistenza.
L’urgenza climatica resta fuori dalle priorità dei governi
Nonostante la crescente frequenza dei fenomeni estremi, l’organizzazione ambientalista denuncia come l’urgenza climatica rimanga ai margini dell’agenda politica. Secondo il WWF, è necessario abbandonare i combustibili fossili, fermare la deforestazione e intervenire sulle cause alla base dell’intensificazione degli eventi meteorologici che stanno devastando la regione.
Inondazioni e tempeste tropicali
Negli ultimi mesi l’Asia meridionale e sud-orientale è stata investita da forti inondazioni aggravate da tempeste tropicali. Tra gli eventi più significativi si registrano il tifone Koto nelle Filippine, il ciclone Senyar che ha colpito il nord di Sumatra e il ciclone Ditwah che ha devastato lo Sri Lanka. Solo in Indonesia, Sri Lanka e Thailandia si contano oltre 1.250 vittime, mentre numerose persone risultano ancora disperse.
Gli esperti sottolineano che i sistemi tropicali, come tifoni, uragani e cicloni, stanno scaricando quantità di pioggia sempre maggiori a causa del riscaldamento dell’atmosfera e dell’oceano. Questo fenomeno intensifica la potenza delle tempeste e aumenta il rischio di inondazioni improvvise.
Il ruolo del cambiamento climatico negli eventi estremi
Un recente studio di attribuzione del Grantham Institute for Climate Change and the Environment, basato sul modello IRIS dell’Imperial College, ha rilevato che il cambiamento climatico ha aumentato del 10,5% la quantità di pioggia del tifone Fung-wong che ha colpito le Filippine. Il legame tra crisi climatica e intensificazione delle precipitazioni è ormai sempre più evidente, con impatti diretti sulla sicurezza e sulla vita delle popolazioni.
Cresce la pressione dell’opinione pubblica sui governi
In molti Paesi asiatici cresce la critica verso la scarsa preparazione dei governi rispetto agli effetti della crisi climatica. Il WWF ribadisce la necessità di agire su due fronti: eliminare le cause, come combustibili fossili e deforestazione, e affrontare le conseguenze, ovvero l’aumento di frequenza e intensità degli eventi estremi che mettono a rischio comunità e territori.
Le nuove alluvioni si verificano a pochi giorni dalla conclusione della COP30 in Brasile, chiusa senza risposte chiare sui finanziamenti necessari ai Paesi più colpiti dai danni climatici né su un percorso concreto di uscita dai combustibili fossili. La mancanza di impegni vincolanti lascia molte comunità senza strumenti adeguati per prevenire o gestire i disastri ambientali.
L’Indonesia come simbolo della crisi tra deforestazione e piogge estreme
L’Indonesia rappresenta uno dei casi più emblematici del cosiddetto ciclone ecologico, alimentato dalla crisi climatica e dalla perdita delle foreste tropicali. Dal 1990 il Paese ha perso un quarto della propria copertura forestale e nel solo 2024 sono scomparsi oltre 240.000 ettari di foresta primaria. La deforestazione indebolisce profondamente la resilienza dei territori, accelerando erosione, frane e trasformando le piogge intense in improvvise ondate di piena.
Foreste e sicurezza climatica
La perdita della copertura arborea compromette la capacità del suolo di trattenere l’acqua e aumenta la vulnerabilità ai fenomeni estremi. Proteggere e gestire responsabilmente le foreste non è solo una misura ambientale, ma una strategia fondamentale di sicurezza climatica. Dove il bosco viene sostituito da infrastrutture o piantagioni, aumenta il rischio di danni, vittime e sofferenze umane.
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