Aria condizionata e crisi climatica: +64% di emissioni entro il 2050
Le ondate di calore estreme stanno diventando sempre più frequenti e intense in tutto il mondo. Secondo il rapporto Global Cooling Watch 2025 del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP), pubblicato a margine della COP30 di Belém, la domanda di sistemi di raffreddamento potrebbe più che triplicare entro il 2050 se le tendenze attuali continueranno.
L’aumento è dovuto a diversi fattori: crescita demografica, aumento dei redditi, diffusione di condizionatori in aree a basso reddito e incremento degli eventi di caldo estremo. Di conseguenza, le emissioni di gas serra legate all’aria condizionata potrebbero quasi raddoppiare, raggiungendo 7,2 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente entro il 2050.
Il raffreddamento come infrastruttura essenziale
Secondo Inger Andersen, Direttrice Esecutiva dell’UNEP, l’accesso al raffreddamento deve essere considerato un’infrastruttura essenziale al pari di acqua, energia e servizi igienico-sanitari. Tuttavia, l’espansione incontrollata dei condizionatori non può essere la sola risposta alla crisi del caldo, poiché aumenterebbe le emissioni e i costi energetici globali.
Le soluzioni passive e sostenibili
Per contrastare gli effetti del caldo estremo, l’UNEP raccomanda l’adozione di soluzioni passive e a basso consumo energetico. Tra queste figurano la schermatura solare, la ventilazione naturale, i tetti verdi, l’isolamento termico e i sistemi ibridi che combinano ventilatori e condizionatori a basso impatto energetico.
Secondo il rapporto, quasi due terzi delle potenziali riduzioni delle emissioni possono essere ottenute attraverso queste soluzioni. L’integrazione di strategie di raffreddamento sostenibile nelle politiche nazionali e nella pianificazione urbana è quindi una priorità per proteggere persone, economie e catene alimentari dagli effetti del caldo.
Raffreddamento sostenibile
L’UNEP stima che l’adozione diffusa di sistemi di raffreddamento sostenibili potrebbe ridurre le emissioni globali del 64% entro il 2050, equivalenti a 2,6 miliardi di tonnellate di CO2e. Questo percorso permetterebbe di risparmiare fino a 17 trilioni di dollari in costi energetici cumulativi e 26 trilioni in investimenti sulla rete elettrica.
Con la decarbonizzazione del settore energetico, le emissioni residue legate al raffreddamento potrebbero diminuire fino al 97% rispetto ai livelli previsti in uno scenario invariato.
L’iniziativa “Beat the Heat”
Il raffreddamento sostenibile è al centro dell’iniziativa globale “Beat the Heat”, promossa dalla presidenza brasiliana della COP30 e dalla Cool Coalition dell’UNEP. L’obiettivo è rafforzare le politiche locali e internazionali per la resilienza al calore e il raffreddamento urbano.
Oltre 185 città e 72 Paesi hanno aderito al Global Cooling Pledge, impegnandosi a ridurre del 68% le emissioni legate al raffreddamento entro il 2050. Tuttavia, solo 54 Paesi dispongono oggi di strategie complete che integrano raffreddamento passivo, standard energetici e transizione verso refrigeranti ecologici.
Le sfide future e le aree più vulnerabili
Le maggiori lacune si registrano in Africa e nella regione Asia-Pacifico, dove si concentrerà gran parte della futura domanda di raffreddamento. L’UNEP invita i governi a passare da una risposta emergenziale a una governance proattiva e multilivello sul calore estremo, trattando il raffreddamento come un bene pubblico e promuovendo soluzioni urbane basate sulla natura.
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