L’aumento della spesa militare Nato minaccia gli obiettivi climatici globali
L’aumento della spesa militare dei paesi della NATO al 3,5% del PIL potrebbe avere gravi conseguenze non solo per la sicurezza globale, ma anche per l’ambiente. Un recente studio condotto da Scientists for Global Responsibility ha messo in luce i rischi legati a questo incremento, che potrebbe generare oltre 1.320 milioni di tonnellate di anidride carbonica nel prossimo decennio. Questo scenario rischia di compromettere gli obiettivi climatici fissati a Parigi, aggravando il riscaldamento globale e minacciando gli sforzi internazionali contro il cambiamento climatico.
Le emissioni provocate dall’aumento della spesa militare
L’analisi condotta da Scientists for Global Responsibility si basa su una stima sorprendente: ogni 100 miliardi di dollari aggiuntivi nella spesa militare portano al rilascio di circa 32 milioni di tonnellate di CO2 equivalente. Queste emissioni provengono principalmente da due fonti: le operazioni dirette, come il funzionamento di aerei da combattimento, navi e veicoli blindati, e quelle indirette, legate ai trasporti, alle catene di approvvigionamento globali e agli effetti dei conflitti.
Nel contesto della NATO, l’incremento della spesa militare potrebbe aggiungere ben 132 milioni di tonnellate di CO2 all’atmosfera, una cifra paragonabile alle emissioni annue di 345 centrali elettriche a gas o di un paese come l’Oman.
L’impatto delle tensioni geopolitiche e della guerra in Ucraina
L’intensificarsi delle tensioni geopolitiche, in particolare con la guerra in Ucraina, ha spinto la spesa militare globale ai massimi storici. Secondo i dati dello Stockholm International Peace Research Institute, nel 2024 il bilancio globale per la difesa ha superato i 2,7 trilioni di dollari, il livello più alto dalla fine della Guerra Fredda.
Un dato preoccupante emerge anche da un’analisi specifica: Israele è stato uno dei paesi che ha aumentato maggiormente il proprio bilancio militare nel 2024, raggiungendo i 46,5 miliardi di dollari. Questo incremento di spesa contribuisce in modo significativo alle emissioni globali di gas serra.
La guerra e l’ecologia
L’aumento delle spese militari non solo danneggia l’ambiente, ma distoglie risorse vitali dalle politiche ambientali. La crescita degli investimenti nella difesa sta rallentando la cooperazione internazionale sui cambiamenti climatici e alimentando il circolo vizioso delle emissioni.
L’Osservatorio sui conflitti e l’ambiente (CEOBS) ha lanciato l’allarme, sottolineando che la crescita della spesa per la difesa va in direzione opposta rispetto agli impegni internazionali per la sostenibilità ambientale. È estremamente difficile conciliare le esigenze di difesa con quelle di un’azione concreta per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C.
Il futuro delle forze armate e delle politiche climatiche
Nel 2019, le forze armate rappresentavano circa il 5,5% delle emissioni globali di gas serra, una percentuale superiore a quella dell’aviazione civile (2%) e del trasporto marittimo (3%). Con l’aggravarsi dei conflitti internazionali e l’intensificarsi della spesa militare, le previsioni per il futuro sono tutt’altro che rassicuranti.
Le sfide per la sostenibilità sono enormi. Se i paesi della NATO continueranno a investire ingenti somme nella difesa, sarà sempre più difficile raggiungere gli obiettivi climatici e contrastare il cambiamento climatico.
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