Auto ibride sotto accusa: le emissioni reali superano di 5 volte i dati ufficiali
Le auto ibride plug-in, note anche come PHEV (Plug-in Hybrid Electric Vehicle), risultano molto più inquinanti di quanto indicato nei dati ufficiali. Secondo una recente analisi basata sui dati pubblicati dall’Unione Europea, questi veicoli emettono in media quasi cinque volte più anidride carbonica rispetto ai valori riportati nei test di immatricolazione.
Il divario tra le emissioni rilevate in condizioni di guida reali e quelle misurate nei test continua ad aumentare, nonostante le case automobilistiche sostengano che la tecnologia PHEV sia sempre più pulita.
La lobby dell’auto preme per fermare i controlli sulle emissioni
All’inizio di settembre, la lobby europea delle case automobilistiche ha richiesto alla Commissione UE di interrompere le attività di verifica più accurate delle emissioni reali delle auto ibride plug-in. La richiesta è legata al calcolo dei progressi verso gli obiettivi climatici europei.
Il tema delle PHEV sarà al centro del dialogo strategico previsto per venerdì 12 settembre, quando la presidente della Commissione Ursula von der Leyen incontrerà i rappresentanti del settore automobilistico, organizzazioni ambientaliste come T&E e altri stakeholder.
Le PHEV rappresentano ancora una fetta rilevante del mercato
Nel 2025, le auto ibride plug-in rappresentano l’8,6% delle vendite totali di autovetture nell’Unione Europea. Questi veicoli combinano un motore elettrico, alimentato da una batteria ricaricabile tramite rete elettrica, con un motore termico a benzina o diesel.
Nonostante la scadenza del 2035, anno in cui l’UE prevede di autorizzare solo la vendita di veicoli a zero emissioni, le case automobilistiche stanno cercando di mantenere le PHEV sul mercato anche oltre questa data.
L’analisi dell’Agenzia europea dell’ambiente smaschera il divario
Un’analisi condotta da Transport & Environment (T&E), basata sui dati dell’Agenzia europea dell’ambiente, mostra che le auto ibride plug-in emettono in media 139 grammi di CO2 per chilometro. Un dato sorprendente, se confrontato con i 28 grammi per chilometro indicati nei test ufficiali.
La differenza è stata rilevata grazie ai dati raccolti da 127.000 veicoli PHEV immatricolati nel 2023, dotati di sistemi di monitoraggio dei consumi di carburante. Questi sistemi evidenziano una notevole discrepanza tra il comportamento delle auto in laboratorio e quello su strada.
Fattori di correzione e nuove regole europee
Per correggere queste distorsioni, l’Unione Europea ha introdotto dei fattori di utilità (utility factor) che rettificano il calcolo delle emissioni. I valori fissati per il 2025 e il 2027 mirano a ridurre progressivamente il divario tra dati ufficiali e reali.
Questo implica che le case automobilistiche, per rispettare i limiti di CO2 imposti dall’UE, dovranno ridurre la quota di veicoli ibridi plug-in venduti oppure aumentare la vendita di auto elettriche a batteria.
L’appello di T&E
Andrea Boraschi, direttore di T&E Italia, ha sottolineato come il problema delle emissioni reali delle ibride plug-in sia noto da tempo nel settore. Secondo Boraschi, le differenze tra i dati ufficiali e quelli effettivi sono ormai un fatto evidente e documentato.
L’industria chiede di chiudere un occhio per ritardare gli investimenti nella vera transizione ecologica, ma secondo Boraschi la Commissione europea dovrebbe restare ferma nella sua posizione e applicare i fattori di utilità già concordati.
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