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Il batterio del deserto che può salvare le colonie su Marte: produce ossigeno e resiste a tutto

Batterio deserto Marte

Il batterio del deserto che può salvare le colonie su Marte: produce ossigeno e resiste a tutto

La sfida più grande per la colonizzazione di Marte non è solo arrivarci, ma anche sopravviverci. Mentre gli ingegneri lavorano a sistemi tecnologici complessi, un minuscolo alleato sulla Terra potrebbe già avere la soluzione: un batterio del deserto chiamato Chroococcidiopsis. Questo organismo, un cianobatterio estremofilo, è in grado di produrre ossigeno e resistere alle condizioni più ostili, emergendo come una risorsa rivoluzionaria per la vita sul Pianeta Rosso.

Un eroe inaspettato che sfida lo spazio

Nonostante la sua umile apparenza, Chroococcidiopsis ha già dimostrato una resistenza sbalorditiva. In esperimenti condotti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, campioni essiccati del batterio sono stati esposti per 18 mesi al vuoto spaziale, alle radiazioni cosmiche e a condizioni simili a quelle marziane.

Il risultato? Gli organismi non solo sono sopravvissuti, ma hanno anche riparato il proprio DNA in modo così efficiente da non mostrare mutazioni dannose. A differenza di altri microrganismi, il “Chroo” si è dimostrato un vero e proprio campione di resilienza genetica, un’abilità fondamentale per prosperare in un ambiente dove le radiazioni sarebbero letali per la vita come la conosciamo.

Una fabbrica d’ossigeno made in Mars

Oltre alla sua capacità di sopravvivenza, la vera promessa di Chroococcidiopsis sta nella sua funzione di “fabbrica biologica”. Il batterio può svolgere la fotosintesi utilizzando il suolo marziano e l’anidride carbonica presente nell’atmosfera del pianeta per generare ossigeno. Questo processo naturale potrebbe integrarsi perfettamente con le tecnologie esistenti, come l’esperimento MOXIE della NASA, che ha già prodotto ossigeno su Marte in modo meccanico.

A differenza delle macchine, un sistema basato su Chroococcidiopsis richiederebbe un’infrastruttura minima, sfruttando direttamente le risorse del luogo. Gli scienziati hanno persino sviluppato una “vernice vivente” che incorpora una varietà di questo cianobatterio e che produce ossigeno ogni giorno, offrendo un’idea concreta di come potrebbero apparire gli habitat marziani del futuro.

I suoi superpoteri: resilienza e adattamento

La straordinaria resistenza di questo organismo deriva da meccanismi di protezione naturali. Il batterio è in grado di tollerare dosi di radiazioni gamma 2.400 volte superiori a quelle letali per l’uomo e può entrare in uno stato di animazione sospesa a temperature gelide, fino a -80°C. Inoltre, alcune varietà hanno la rara capacità di effettuare la fotosintesi usando la luce rosso lontano e vicino infrarosso, una dote che lo rende ideale per ambienti con bassa luminosità, come le cavità sotterranee marziane.

La ricerca su Chroococcidiopsis, a cui ha contribuito anche la scienziata italiana Daniella Billi dell’Università di Roma Tor Vergata, suggerisce che le future missioni su Marte potrebbero adottare un approccio ibrido, combinando tecnologia d’avanguardia con organismi estremofili. L’obiettivo? Fare di questo batterio una vera e propria “specie pioniera” per rendere il Pianeta Rosso un po’ più simile alla nostra casa.

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