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Bioshopper e sacchetti per l’ortofrutta, cosa cambia dopo la maxi-sanzione a Novamont

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Bioshopper e sacchetti per l’ortofrutta, cosa cambia dopo la maxi-sanzione a Novamont

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha inflitto una sanzione di 32 milioni di euro a Novamont, leader italiano nella produzione di bioplastiche, per abuso di posizione dominante nel settore dei bioshopper e dei sacchetti ultraleggeri per l’ortofrutta. Secondo l’Antitrust, Novamont avrebbe attuato una strategia escludente attraverso accordi di esclusiva con la grande distribuzione e con i trasformatori di sacchetti, limitando di fatto l’accesso al mercato di materie prime alternative al suo prodotto di punta, il Mater-Bi.



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Impatto su mercato e consumatori

Le pratiche contestate hanno avuto effetti diretti sia sul mercato che sui consumatori. In particolare:

  • I costi di approvvigionamento dei bioshopper (da 2 a 5 centesimi a sacchetto) vengono scaricati sui clienti finali, che ogni giorno utilizzano questi sacchetti per la spesa e per l’ortofrutta.
  • Le clausole di esclusiva e le condizioni imposte da Novamont avrebbero ostacolato l’ingresso di altri operatori e mantenuto elevati i prezzi, riducendo la concorrenza e la possibilità di scelta per i consumatori.
  • L’AGCM sottolinea come la mancanza di concorrenza possa frenare lo sviluppo di bioplastiche alternative, potenzialmente più efficienti, economiche o di migliore qualità rispetto al Mater-Bi, andando così anche contro gli obiettivi di tutela ambientale perseguiti dal legislatore nazionale ed europeo.

Il nodo ambiente: sostenibilità e rischi

Il caso Novamont solleva un tema centrale per un giornale come Ambiente in Salute: il delicato equilibrio tra sostenibilità ambientale e corrette dinamiche di mercato. Da un lato, la normativa italiana ha reso obbligatorio l’uso di sacchetti biodegradabili e compostabili per ridurre l’impatto ambientale dei rifiuti plastici; dall’altro, la concentrazione del mercato nelle mani di un solo attore rischia di rallentare l’innovazione e la diffusione di soluzioni ancora più sostenibili.

Inoltre, alcuni studi scientifici hanno evidenziato che anche i bioshopper, se dispersi nell’ambiente, possono rilasciare sostanze chimiche fitotossiche dannose per la germinazione delle piante, sottolineando l’importanza di un corretto smaltimento e di una valutazione critica dell’impatto ambientale di tutti i materiali, anche quelli “green”.

Il Codacons: posizioni dominanti danneggiano sempre mercato e consumatori

Qualsiasi posizione dominante nella vendita di beni e servizi danneggia il mercato e si riflette in modo diretto sui consumatori finali. Lo afferma il Codacons, commentando la sanzione da 32 milioni di euro inflitta dall’Antitrust a Novamont.

I comportamenti anticoncorrenziali accertati dall’Autorità nel settore dei bioshopper e dei sacchetti ultraleggeri per l’ortofrutta coinvolgono la generalità dei consumatori, che ogni giorno vanno a fare la spesa nei supermercati utilizzando i sacchetti in questione – spiega il Codacons – Il costo sostenuto dagli esercizi commerciali per l’approvvigionamento di tali prodotti viene infatti scaricato sui consumatori finali, che pagano in media da 2 a 5 centesimi di euro i singoli sacchetti della spesa e quelli leggeri per l’ortofrutta.

Clausole e condizioni per limitare la concorrenza e l’accesso al mercato di altri operatori concorrono quindi a mantenere elevati prezzi e tariffe, con un danno economico evidente per i consumatori.

Il dibattito: posizione dominante e sostenibilità

Il caso Novamont evidenzia come una posizione dominante, se non regolata, possa generare barriere all’ingresso per nuovi operatori, ridurre l’incentivo all’innovazione e portare a prezzi più alti per i consumatori. Tuttavia, la normativa europea prevede che, in alcuni casi, la tutela della sostenibilità ambientale possa essere invocata come difesa dalle imprese con significativo potere di mercato, a patto che ciò non si traduca in pratiche anticoncorrenziali che danneggiano il mercato e i consumatori.

Il caso dei bioshopper Novamont rappresenta un esempio emblematico di come le politiche per la transizione ecologica debbano essere accompagnate da una vigilanza attenta sulle dinamiche di mercato. Solo garantendo una reale concorrenza e promuovendo l’innovazione sarà possibile coniugare tutela dell’ambiente, prezzi equi e libertà di scelta per i consumatori. La sostenibilità, insomma, non può prescindere da un mercato aperto e trasparente.

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