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Blue Tongue in Italia: 4.300 focolai, piano Lazio e misure urgenti in tutto il Paese

Blue Tongue in Italia

Blue Tongue in Italia: 4.300 focolai, piano Lazio e misure urgenti in tutto il Paese

Nei primi sette mesi del 2025 sono stati segnalati oltre 4.300 focolai di Blue Tongue in Italia, un numero in crescita rispetto all’anno precedente, con un’impennata significativa nelle regioni del Centro e Nord.  Il Ministero della Salute ha ribadito con nota ufficiale che l’intero territorio nazionale è considerato zona omogenea per i sierotipi BTV 1, 3, 4 e 8, semplificando le restrizioni sui movimenti degli animali.

Cos’è la Blue Tongue? Una malattia virale non trasmissibile all’uomo

La Blue Tongue (in italiano Lingua Blu) è una malattia virale infettiva non contagiosa che colpisce ruminanti domestici e selvatici, in particolare pecore, capre e bovini. È causata da un orbivirus trasmesso da insetti vettori del genere Culicoides (moscerini ematofagi), soprattutto durante i mesi caldi.

Il nome deriva da uno dei sintomi più evidenti negli ovini colpiti: la colorazione blu-violacea della lingua dovuta alla cianosi. Tuttavia, non è pericolosa per l’uomo, né attraverso il contatto diretto né tramite il consumo di carne o latte.

Sintomi principali negli animali:

  • Febbre alta
  • Infiammazioni delle mucose e ulcere
  • Difficoltà respiratorie e zoppia
  • Diminuzione della produzione di latte
  • Nei casi gravi, morte degli animali

La malattia ha importanti conseguenze economiche, dovute alla morbilità, alla mortalità negli animali più deboli, alle restrizioni commerciali e ai costi di prevenzione. La sua gestione richiede strategie di sorveglianza, vaccinazione e controllo ambientale del vettore.



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I casi regione per regione

  • Sardegna: epicentro dell’infezione, con oltre 3.000 focolai attivi (<4.290 totali sommando altre zone) 
  • Centro Italia (Lazio, Toscana, Emilia-Romagna, ecc.): registrata una “nuova impennata” dei casi da metà giugno, con circa 57 focolai attivi e oltre 1.000 estinti.
  • Nord (Piemonte, Lombardia, Liguria): confermati casi recenti del sierotipo 8 e BTV‑3 anche in allevamenti a rischio.

Piano straordinario del Lazio: semplificazioni e rimborsi

Il 3 luglio 2025, nella sede della Regione Lazio, è stato convocato un tavolo con l’assessore Righini e le associazioni agricole. Da lì nasce un pacchetto di misure straordinarie in grado di fornire supporto immediato agli allevatori:

  • Aiuti “de minimis” per danni e smaltimento carcasse
  • Semplificazioni per l’interramento aziendale delle carcasse
  • Contributi per l’acquisto di riproduttrici femmine
  • Rimborso parziale dei vaccini, tradizionalmente a carico dell’allevatore 

Sorveglianza nazionale e misure ministeriali

Il Ministero della Salute, attraverso il Dipartimento One Health, ha emesso la nota Prot. DGSAF/15436 con le seguenti direttive: 

  • Sorveglianza sierologica e entomologica continua in tutto il territorio 
  • Applicazione uniforme delle misure di controllo, in accordo con le autorità locali
  • Integrazione delle segnalazioni nei sistemi SIMAN e SIBT
  • Movimentazioni consentite tra zone omogenee, senza vincoli aggiuntivi sul piano nazionale

Vaccinazione e strategie operative

  • I vaccini inattivati per BTV‑3 e BTV‑8 sono disponibili La vaccinazione è volontaria, ma si valuta la co-partecipazione regionale. 
  • Misure complementari: repellenti, strutture protette, movimentazione controllata.
  • La protezione dei bovini e ovicaprini passa anche attraverso collaborazioni regionali per la profilassi e l’abbattimento dei vettori.

Implicazioni ambientali e zootecniche

  • Smaltimento delle carcasse biologiche: priorità alla gestione sostenibile e semplificata (interramento aziendale autorizzato nel Lazio)
  • Rischio di diffusione incontrollata dovuto a vettori e movimentazioni
  • Impatto economico per gli allevatori, con necessità di indennizzi e supporti strutturali

La Blue Tongue rappresenta una crisi nazionale per la salute animale e la sostenibilità ambientale. Il piano straordinario del Lazio è un segnale concreto, ma servono misure coordinate nazionali e fondi adeguati. La collaborazione tra istituzioni, veterinari, allevatori e comunità locali sarà determinante per contenere la malattia.

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