Botulino, distribuiti gli antidoti salvavita in Calabria e Sardegna
A seguito di due importanti focolai di intossicazione botulinica verificatisi in Sardegna e Calabria, il Dipartimento della prevenzione, della ricerca e delle emergenze sanitarie del Ministero della Salute ha immediatamente attivato tutti i protocolli sanitari. L’intervento tempestivo ha dimostrato la solidità del sistema di risposta nazionale.
La risposta tempestiva del Sistema Sanitario Nazionale
“Il sistema di intervento ha reagito prontamente garantendo ai pazienti l’accesso tempestivo ai trattamenti antidotici salvavita”, ha dichiarato Maria Rosaria Campitiello, Capo dipartimento della prevenzione, della ricerca e delle emergenze sanitarie. La rapidità è stata garantita dalla Scorta strategica Nazionale Antidoti e Farmaci (Snaf) e dalla collaborazione di tutti gli enti coinvolti.
Il Ministero ribadisce che gli alimenti a rischio di tossina botulinica sono principalmente le conserve casalinghe sottovuoto, in olio o in acqua, mentre è raro che il problema riguardi i prodotti industriali. Per questo, è fondamentale rispettare le regole per la corretta e sicura preparazione e conservazione degli alimenti.
Distribuiti gli antidoti salvavita
L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha avuto un ruolo centrale nella conferma diagnostica e nell’analisi degli alimenti sospetti. Il Centro Antiveleni di Pavia, punto di riferimento nazionale, ha coordinato le diagnosi con medici, neurologi e rianimatori.
Gli antidoti salvavita sono stati distribuiti rapidamente grazie a una rete di stoccaggio su tutto il territorio nazionale che include:
- Il Deposito CRI Militare di Cagliari
- La Marina Militare di Taranto
- La Guardia Costiera di Napoli
- Gli Ospedali San Camillo Forlanini
Anche Prefetture, Forze dell’ordine, servizi 118 ed elisoccorso, e la Croce Rossa collaborano costantemente per assicurare la tempestività dei trattamenti, dimostrando l’efficacia del sistema di allerta alimentare del Ministero della Salute.
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