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Caccia, fauna e biodiversità nel mirino con deroghe illegittime: la denuncia della LAC

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Caccia, fauna e biodiversità nel mirino con deroghe illegittime: la denuncia della LAC

L’apertura della stagione venatoria 2025/26 (21 settembre(, segna, secondo la Lega abolizione caccia, un grave passo indietro nella tutela della fauna italiana. Deroghe illegittime, modifiche legislative controverse e pressioni lobbistiche mettono a rischio specie protette, ecosistemi montani e migrazione degli uccelli, evidenziando una gestione politica e istituzionale troppo favorevole ai cacciatori a scapito della natura.

Apertura della stagione venatoria e deroghe illegittime

Con l’inizio ufficiale della stagione, alcune Regioni — Liguria, Lombardia, Campania e Provincia autonoma di Trento — hanno attivato deroghe che consentono la caccia anche a fringuelli e storni, specie protette dalla Direttiva UE sull’avifauna 147 del 2009.
La Lega abolizione caccia denuncia come tali deroghe siano illegittime e annuncia imminenti battaglie legali: nel giugno scorso, la Conferenza Stato-Regioni aveva autorizzato l’abbattimento di una “piccola quantità” di 581.000 fringuelli a livello nazionale, una cifra giudicata spropositata e in contrasto con precedenti condanne della Corte di Giustizia UE.

Modifiche legislative e rischi per la fauna migratoria

La legge sulla “Promozione delle zone montane” del 12 settembre 2025 ha modificato il divieto di caccia nei valichi montani. Secondo la normativa precedente, la caccia era vietata entro un raggio di 1.000 metri dai valichi, a tutela dei flussi migratori. Ora il divieto riguarda solo cinque giorni a settimana nel mese di gennaio, e solo per valichi sopra i 1.000 metri, consentendo così un aumento degli appostamenti a quote più basse, con conseguenze gravi per gli uccelli migratori.

Vigilanza venatoria insufficiente e rischio ecosistemico

Nonostante le sentenze dei TAR di Veneto e Marche, che hanno già sospeso alcune parti dei calendari venatori regionali, la vigilanza provinciale rimane ai minimi storici. I tagli agli organici del Corpo forestale, iniziati con il Decreto Madia del 2015, non sono mai stati compensati, lasciando ampi margini di abuso nell’attività venatoria.

Disegno di legge n.1552: liberalizzazione e pericolo per ecosistemi

La Lega abolizione caccia evidenzia come la maggioranza di centro-destra stia spingendo per approvare il disegno di legge n.1552, che potrebbe peggiorare ulteriormente la legge quadro sulla caccia n. 157/92, con proposte come:

  • liberalizzazione dei richiami vivi;
  • riduzione delle superfici destinate a parchi naturali;
  • utilizzo di visori notturni, vietati dalla Convenzione di Berna;
  • apertura alla caccia nelle foreste demaniali;
  • abolizione della scelta obbligatoria fra tre forme di caccia in via esclusiva in zona alpina.

Queste modifiche rappresentano un pericolo reale per gli ecosistemi italiani, consolidando la caccia come attività estranea alla ruralità e al rispetto della natura.

Appello della Lega abolizione caccia

La Lega abolizione caccia ribadisce la necessità di:

  • investire in prevenzione e protezione della fauna selvatica;
  • rafforzare la vigilanza e il controllo sul territorio;
  • garantire il rispetto delle direttive UE e della legge nazionale.

“Solo attraverso un approccio basato sulla conoscenza, la tutela della biodiversità e la prevenzione dei conflitti tra uomo e natura è possibile garantire la sopravvivenza delle specie e la sicurezza degli ecosistemi”, conclude l’Ufficio comunicazione della Lega abolizione caccia.

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