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Caccia in deroga, cosa c’entra con la campagna elettorale e perché gli uccelli migratori protetti sono in pericolo

caccia in deroga

Caccia in deroga, cosa c’entra con la campagna elettorale e perché gli uccelli migratori protetti sono in pericolo

Con l’avvio della campagna elettorale, alcune regioni italiane hanno approvato le richieste di autorizzazione per la caccia in deroga di piccoli uccelli migratori protetti, tra cui fringuelli e storni. Si tratta di un fenomeno che coinvolge numerose amministrazioni regionali e interessa specie protette a livello europeo.

Le Richieste delle Regioni

Secondo quanto riportato da diverse associazioni ambientaliste, tra cui LAV, ENPA, LAC, LNDC e OIPA, le regioni che hanno avanzato maggiori richieste di deroghe includono:

  • Lombardia: circa 41.500 storni e 97.600 fringuelli, con ulteriori richieste per altre specie quali Frosone, Peppola e Pispola.
  • Veneto: 70.000 fringuelli e quasi 30.000 storni.
  • Toscana: quasi 120.000 fringuelli.
  • Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Umbria, Marche, Puglia e Provincia di Trento hanno anch’esse presentato domande di autorizzazione per la caccia in deroga di numerose quantità di fringuelli e storni.

Nel complesso, le autorizzazioni in discussione ammontano a circa 581.000 fringuelli e 230.000 storni.

Quadro Normativo e Motivazioni

La caccia in deroga è prevista dall’articolo 9 della Direttiva Europea Uccelli, con la finalità di consentire eccezioni in presenza di gravi danni all’agricoltura o per motivi di ordine pubblico. Tali deroghe devono essere motivate da solide basi scientifiche e sottoposte a regolamentazioni rigorose.

Le associazioni ambientaliste segnalano che in questo caso le motivazioni addotte dalle regioni sarebbero legate principalmente a tradizioni venatorie, con scarsa o nulla evidenza scientifica a supporto, e rilevano che l’Italia ha già subito condanne da parte dell’Unione Europea per il mancato rispetto delle normative comunitarie in materia.

Posizione delle Associazioni Ambientaliste

Le organizzazioni LAV, ENPA, LAC, LNDC e OIPA hanno reso noto l’elenco delle regioni coinvolte, sottolineando il disaccordo di una larga parte della popolazione italiana nei confronti della caccia, come evidenziato da recenti rapporti statistici.

Possibili Conseguenze

Le autorizzazioni in deroga in esame potrebbero portare all’apertura di nuove procedure di infrazione da parte dell’Unione Europea, con eventuali sanzioni economiche per l’Italia.

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