Caldo estremo, l’allarme della Wmo: 489mila decessi all’anno
Il caldo estremo, definito “un assassino silenzioso” dalla WMO, rappresenta una delle principali minacce per la salute pubblica. Le ondate di calore causano, ogni anno, circa 489mila decessi a livello mondiale, con la maggior parte dei casi che si verificano in Asia ed Europa. I dati, relativi al periodo 2000-2019 suggeriscono che il fenomeno sta diventando sempre più frequente e intenso, un riflesso diretto del cambiamento climatico.
Il cambiamento climatico e il caldo estremo
I gas serra che intrappolano il calore nell’atmosfera contribuiscono significativamente a intensificare le ondate di calore. Studi scientifici hanno dimostrato un chiaro legame tra il caldo estremo e i cambiamenti climatici in corso. È dunque fondamentale affrontare la questione da una prospettiva globale, con politiche che combattano il riscaldamento globale.
L’emergenza del caldo estremo in Europa
Nel 2023, l’Europa ha registrato il giugno più caldo mai documentato. Le ondate di calore, in particolare nel Mediterraneo occidentale, hanno causato enormi disagi e danni alla salute, mettendo sotto pressione le infrastrutture sanitarie e le risorse pubbliche. I governi e le istituzioni devono affrontare questa emergenza con azioni tempestive e mirate.
Soluzioni e prevenzione
In risposta all’emergenza, la WMO e l’OMS stanno potenziando i sistemi di allerta precoce per il caldo estremo. Questi sistemi sono progettati per fornire avvisi tempestivi alle popolazioni vulnerabili, informandole su come proteggersi e su dove ricevere assistenza. Il miglioramento di questi sistemi potrebbe salvare decine di migliaia di vite ogni anno.
Affrontare il caldo estremo
La lotta al caldo estremo non è solo una questione di scienza e tecnologia, ma richiede anche un impegno concreto da parte dei governi, delle istituzioni sanitarie e delle comunità. Adottare politiche di adattamento ai cambiamenti climatici, migliorare l’infrastruttura e sensibilizzare la popolazione sono passi fondamentali per ridurre l’impatto delle ondate di calore.
Share this content: