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Le notti tropicali sono un rischio per la salute respiratoria

caldo notturno

Le notti tropicali sono un rischio per la salute respiratoria

Quando pensiamo agli effetti negativi del caldo sulla salute, la nostra attenzione si concentra di solito sulle ore centrali della giornata, quando il sole è più forte e le temperature raggiungono i massimi stagionali. Tuttavia, uno dei rischi meno considerati ma più insidiosi riguarda il caldo notturno, in particolare le cosiddette notti tropicali, con temperature minime che non scendono sotto i 20-25°C.

Un recente studio pubblicato su Environmental Health Perspectives rivela come queste condizioni possano peggiorare significativamente i sintomi respiratori, soprattutto nei soggetti asmatici, aumentando il rischio di crisi gravi anche in pieno riposo. Durante la notte, infatti, il nostro corpo entra in una fase di vulnerabilità fisiologica, che il caldo contribuisce a esasperare.

Lo studio e l’allarme dei medici

La ricerca, condotta analizzando oltre quarant’anni di dati climatici in Giappone, evidenzia un dato preoccupante: le ondate di calore notturne aumentano del 10% il rischio di mortalità per malattie respiratorie, indipendentemente dalle temperature diurne. E in Italia, purtroppo, il problema è sempre più attuale.

Ad evidenziare i rischi è Giovanna Elisiana Carpagnano, Professore ordinario e direttore della Pneumologia del Policlinico di Bari, che in occasione del meeting internazionale sulle malattie respiratorie, co-organizzato dalla Fondazione Menarini, in collaborazione con l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” e l’Università di Foggia, che ha visto la partecipazione di pneumologi e specialisti da tutto il mondo, ha sottolineato come il nostro Paese si colloca al terzo posto in Europa per numero di notti tropicali, superato solo da Grecia e Cipro. Le città italiane, dove l’effetto “isola di calore” è più marcato, stanno registrando un numero crescente di notti roventi: fino a 48 per stagione, con picchi oltre i 23°C. Un dato allarmante, soprattutto se si considera che il caldo, durante il riposo notturno, influisce direttamente sulla funzionalità respiratoria.

Durante la notte, infatti, anche nei soggetti sani, il calibro dei bronchi si restringe naturalmente fino all’8% per effetto del ritmo circadiano. Nei pazienti asmatici o con patologie croniche, l’aumento della temperatura interna può impedire il normale svuotamento polmonare, portando a crisi respiratorie gravi e potenzialmente fatali.

Il caldo notturno e i suoi effetti

Il problema non riguarda solo chi ha patologie già diagnosticate. L’impatto del caldo notturno può colpire anche le fasce più fragili della popolazione, come bambini, anziani e persone con allergie respiratorie, provocando disturbi del sonno, aumento della dispnea e peggioramento dell’asma.

Queste condizioni sono aggravate dal fatto che, spesso, le temperature elevate durante la notte non permettono all’organismo di recuperare dal caldo accumulato di giorno. È un circolo vizioso che può portare a infiammazioni croniche delle vie respiratorie, maggiore sensibilità agli allergeni e ridotta risposta ai farmaci.

Come proteggersi dal caldo notturno

Come sottolinea Carpagnano, è fondamentale adottare misure preventive, soprattutto per chi soffre di problemi respiratori. Mantenere un ambiente domestico fresco, in particolare nella camera da letto, è una delle azioni più importanti. L’uso di ventilatori, deumidificatori o climatizzatori può aiutare a ridurre l’impatto delle alte temperature notturne. È importante, però, utilizzarli correttamente, evitando correnti dirette sul corpo e impostando la temperatura non troppo bassa per evitare sbalzi termici.

Altri accorgimenti utili includono l’uso di biancheria leggera e traspirante, una corretta idratazione prima di coricarsi, e la chiusura di finestre e persiane nelle ore più calde del pomeriggio, per poi riaprirle solo la sera tardi, quando l’aria è più fresca.

Particolare attenzione deve essere posta nel monitorare i sintomi durante le notti molto calde. Chi assume farmaci per l’asma o altre patologie respiratorie dovrebbe consultare il proprio medico per valutare eventuali modifiche alla terapia durante i periodi più critici.

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