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Il caldo mette a rischio le persone con disabilità: i consigli Simfer

Il caldo mette a rischio le persone con disabilità: i consigli Simfer

L’Italia e l’Europa stanno vivendo ondate di calore sempre più intense, con impatti diretti sulla salute pubblica. Le persone con disabilità rappresentano una delle fasce maggiormente a rischio: studi epidemiologici rivelano un significativo aumento di ricoveri ospedalieri e mortalità durante i picchi di caldo, soprattutto nei contesti urbani. Secondo la Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa (Simfer), è fondamentale sensibilizzare su questo tema, evidenziando sia i rischi sia le misure preventive per tutelare queste persone.

Tre tipi di vulnerabilità: fisiologica, ambientale e sociale

Le ragioni della maggiore vulnerabilità si dividono in tre categorie. Quelle fisiologiche riguardano la difficoltà nella termoregolazione e la ridotta mobilità. Quelle ambientali derivano dalle barriere all’accesso a spazi freschi o climatizzati. Infine, quelle sociali includono isolamento e difficoltà nel chiedere aiuto. Spesso queste fragilità sono aggravate da condizioni socio-economiche svantaggiate, case non adeguatamente protette dal caldo, limitato accesso a servizi e informazioni mirate.

Caldo e disabilità specifiche: rischi per gruppi vulnerabili

Le ondate di calore aggravano alcune condizioni mediche:

Persone con malattie reumatiche o osteoarticolari soffrono di edema e dolore aggravati dal caldo.

Chi ha subito lesioni midollari rischia ipertermia per una termoregolazione compromessa.

Il 60‑80 % delle persone con sclerosi multipla è sensibile al caldo, con peggioramenti neurologici anche per lievi aumenti termici.

I post-ictus possono avere difficoltà a sudare o a regolare la temperatura, oltre a limitazioni nel comunicare il malessere.

Bambini con disabilità, soggetti a disidratazione e incapaci di esprimere disagio.

Condizioni come BPCO, malattie oncologiche e cardiovascolari vedono un aumento del rischio sanitario con ogni grado in più di temperatura.

Misure pratiche per la protezione: l’acronimo FRESCO

La Simfer e Fish-onlus suggeriscono sei strategie, riassunte dall’acronimo FRESCO:

FARMACI: valutare con il medico se i farmaci attuali, come diuretici, β‑bloccanti o antidepressivi, possono aumentare la sensibilità al caldo.

REIDRATAZIONE: bere spesso, anche senza sete; usare sveglie o promemoria per chi ha difficoltà cognitive.

ESERCIZIO: adattare attività fisiche e riabilitative; favorire ambienti freschi e orari sicuri.

SINTOMI E SEGNI: insegnare ai caregiver a riconoscere crampi, nausea, sudorazione e confusione.

CLIMA: mantenere ambienti climatizzati (circa 25 °C), usare ventilatori, docce fresche e panni umidi.

OPPORTUNITÀ SOCIALI: stimolare l’accesso a strutture fresche, trasporti climatizzati e supporto comunitario.

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