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Cambiamento climatico e sport: come il caldo e l’inquinamento rallentano atleti e maratone

Cambiamento climatico e sport: come il caldo e l’inquinamento rallentano atleti e maratone

Gli atleti oggi interrogano il meteo prima di ogni gara. Il cambiamento climatico sta trasformando questo gesto in una necessità: temperature più alte e condizioni meteorologiche estreme influenzano negativamente le prestazioni, in particolare negli sport di resistenza come la maratona. Studi internazionali indicano che il corpo umano, esposto al caldo intenso, riduce il flusso sanguigno ai muscoli, limitando la capacità di mantenere o migliorare i propri tempi.

I dati sulle maratone nel mondo

Un rapporto della Climate Central, basato su 221 gare a livello globale, evidenzia che in 190 maratone le prestazioni degli atleti saranno compromesse dal caldo. Un esempio recente è l’edizione numero 51 della Maratona di Berlino, dove il keniano Sabastian Sawe ha vinto in 2:02:16, a quasi un minuto dal record mondiale di Eliud Kipchoge, a causa di umidità elevata e temperature fino a 25 gradi durante la gara.

Inquinamento e sport di resistenza

Non solo il caldo: l’inquinamento atmosferico gioca un ruolo chiave. Uno studio pubblicato su Sports Medicine, che ha analizzato circa 2,5 milioni di corridori tra il 2003 e il 2029, evidenzia come l’aumento delle polveri sottili PM2.5 rallenti i tempi delle maratone. Per ogni unità aggiuntiva di particolato, i tempi medi dei corridori aumentano di circa 30 secondi, rendendo la disciplina ancora più sensibile a questi fattori ambientali.

Altri sport sotto stress climatico

Il tennis, così come gli sport invernali, mostra effetti simili. Nei Masters 1000 del 2025, 36 match sono stati interrotti per ritiro, con temperature elevate e stress da caldo come fattori determinanti. Giocatori di punta come Jannik Sinner e Carlos Alcaraz hanno dovuto abbandonare le gare, mentre Novak Djokovic ha avuto episodi di malessere durante le partite.

Minacce future per gli sport invernali

Gli sport sulla neve non sono risparmiati: secondo uno studio pubblicato su The Lancet Planetary Health, entro il 2050 il 50% delle località che hanno ospitato le Olimpiadi invernali rischierà scarsità di neve, minacciando l’industria sportiva e il turismo legato agli sport invernali.

L’allarme degli esperti

Il cambiamento climatico non è più un problema lontano: impatta direttamente sulle prestazioni degli atleti, sulla sicurezza in gara e sulla programmazione di eventi sportivi globali. Medici, climatologi e organizzatori di eventi chiedono strategie di adattamento e prevenzione, dal miglioramento della gestione del clima nelle competizioni alla riduzione dell’inquinamento atmosferico nelle città ospitanti.

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