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Energia, caro bollette: 4 Pmi su 10 non sanno come reagire. L’analisi di Unioncamere

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Energia, caro bollette: 4 Pmi su 10 non sanno come reagire. L’analisi di Unioncamere

La bolletta energetica in Italia ad agosto 2025 si conferma tra le più care d’Europa, con un costo superiore del 41% rispetto alla Germania e del 26% rispetto alla Francia. Una situazione che pesa in particolare sulle piccole e medie imprese (Pmi), molte delle quali non hanno ancora individuato una strategia efficace per affrontare l’aumento dei prezzi. Questo emerge dalle indagini Unioncamere con Centro studi Tagliacarne, presentate nella Conferenza nazionale delle Camere di commercio a Cagliari, realizzata in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica.

Impatti sulle imprese e incertezza nelle strategie

Il 26% delle Pmi dichiara un aumento dei prezzi energetici tra il 50% e il 100%, percentuale più alta rispetto al 19% delle medio-grandi imprese. Conseguenze immediate sono la riduzione dei margini di profitto per 7 imprese su 10, il freno agli investimenti e la diminuzione di produzione e fatturato. Un allarme serio riguarda però la quasi metà delle Pmi (42%) che ammette di non sapere come contenere i costi, contro il 18% delle imprese più grandi.

La centralità del Mediterraneo e le opportunità della transizione energetica

Andrea Prete, presidente di Unioncamere, sottolinea il ruolo strategico del bacino del Mediterraneo in un contesto di crisi energetica e geopolitica globale. Le Camere di commercio promuovono campagne per sostenere le comunità energetiche rinnovabili (Cer) e gli impianti fotovoltaici anche per piccoli gruppi, con l’obiettivo di diffondere una cultura della sostenibilità e ridurre il divario informativo presente nei territori.

AI numeri ufficiali e sfide future

Secondo Eurobarometro, il costo dell’energia è la seconda barriera agli investimenti in Italia dopo la burocrazia, cresciuta notevolmente rispetto a cinque anni fa. Il Fondo Monetario Internazionale conferma che i prezzi energetici nei primi otto mesi del 2025 sono ancora circa il 30% superiori alla media del 2019. Il Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec) indica la necessità di investimenti per 174 miliardi di euro per trasformare il sistema energetico, riducendo la dipendenza da fonti fossili estere, che attualmente coprono l’80% del fabbisogno.

Transizione energetica: tra opportunità e criticità

Quasi la metà delle imprese italiane vede nella transizione energetica un’opportunità (47,2%), ma circa un terzo (31,7%) teme soprattutto un aumento dei costi e un appesantimento burocratico. Le difficoltà maggiori si registrano nelle piccole imprese dove la capacità di reagire all’aumento delle bollette energetiche resta più limitata.

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