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Case Green, ecco cosa manca all’Italia per la rivoluzione sostenibile dell’edilizia

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Case Green, ecco cosa manca all’Italia per la rivoluzione sostenibile dell’edilizia

Entro la fine del 2025 l’Italia dovrà presentare alla UE il piano nazionale di ristrutturazione edilizia previsto dalla direttiva europea Case Green. Una roadmap ambiziosa, che mira a ridurre drasticamente i consumi energetici degli edifici, ma che rischia di rallentare a causa di una grave carenza di circa 15mila professionisti specializzati in edilizia sostenibile.

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Le associazioni Green Building Council Italia (GBC Italia), Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) e Accademia Italiana di Biofilia (AIB), lanciano l’allarme: mancano figure professionali ad hoc, dalla progettazione alla gestione, passando per la finanza e la qualità ambientale negli edifici green. In molti settori, come l’impiantistica elettrica, il fabbisogno di specialisti non reperibili arriva al 75%.

Il patrimonio edilizio italiano dimostra la criticità della sfida: il 45% degli edifici è in classe energetica peggiore (F o G), e il 60% è stato costruito prima del 1976, cioè antecedente alla prima legge nazionale sul risparmio energetico.

Gli obiettivi fissati dalla direttiva sono chiari: eliminazione delle caldaie a combustibili fossili entro il 2040, riduzione del consumo di energia primaria entro il 2030 e il 2035, oltre a una quota significativa di ristrutturazioni profonde su immobili con prestazioni energetiche scadenti.

“La trasformazione degli immobili in edifici green richiede competenze nuove e specializzate lungo tutta la filiera, dalla progettazione ai cantieri fino a gestione e finanza. Tuttavia, in Italia si registrano grandi difficoltà nel reperire circa 15mila professionisti esperti in edilizia sostenibile, necessari per rispondere agli standard di certificazione come Leed, Breeam, Well e Gbc. In settori critici, come l’impiantistica elettrica, la domanda di specialisti non soddisfatta arriva fino al 75%, con il rischio concreto di rallentamenti e ritardi nell’attuazione della direttiva europea Case Green e nella riqualificazione energetica del patrimonio edilizio nazionale”. Lo sottolineano Gbc Italia, Alessandro Miani per Sima e Rita White per l’Aib.

Per rispondere a questa esigenza di alta specializzazione, l’Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara, insieme a GBC Italia, SIMA e AIB, ha avviato un master di secondo livello in “Health Design e ESG per il Real Estate”, che formerà professionisti competenti in edilizia green, decarbonizzazione e sostenibilità, fondamentali per guidare la trasformazione delle città e degli edifici del futuro.

Come sottolinea Fabrizio Capaccioli, presidente di GBC Italia, “la direttiva Case Green rappresenta una grande opportunità ma anche una sfida che richiede formazione mirata e professionisti qualificati in tutta la filiera edilizia, per trasformare la normativa europea in un’occasione concreta di crescita sostenibile per l’Italia”.

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