Aumentano i casi di Chikungunya nel mondo: oltre 445mila contagi nel 2025
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha segnalato una recrudescenza della malattia da virus Chikungunya nel 2025, con un numero crescente di casi anche in Paesi dove la presenza del virus era stata contenuta negli ultimi anni. Tra il 1° gennaio e il 30 settembre sono stati registrati 445.271 casi sospetti o confermati e 155 decessi in 40 Paesi.
L’agenzia delle Nazioni Unite avverte che il potenziale di ulteriore diffusione rimane significativo e invita gli Stati membri a intensificare gli sforzi per la prevenzione e il controllo.
La trasmissione del virus e i fattori di rischio
Il virus Chikungunya si trasmette attraverso la puntura di zanzare del genere Aedes, in particolare Aedes aegypti e Aedes albopictus, già noti per veicolare anche altre malattie come dengue e Zika. Questi insetti possono introdurre il virus in nuove aree geografiche attraverso viaggiatori infetti.
Il rischio di trasmissione aumenta in presenza di condizioni climatiche favorevoli alla proliferazione delle zanzare, urbanizzazione non pianificata, gestione inefficiente dell’acqua e sistemi sanitari poco attrezzati per la diagnosi precoce e il monitoraggio.
Cambiamenti climatici e globalizzazione
Secondo l’OMS, l’espansione geografica delle zanzare Aedes è strettamente legata ai cambiamenti climatici, alla mobilità internazionale e alla crescita urbana incontrollata. Tutti questi fattori contribuiscono a rendere più vulnerabili le popolazioni e a creare contesti favorevoli alla diffusione del virus.
In alcune regioni, la circolazione del Chikungunya tende a rallentare quando una parte significativa della popolazione sviluppa immunità. Tuttavia, su scala globale, le epidemie possono prolungarsi nel tempo e sovraccaricare i sistemi sanitari locali.
Sorveglianza e risposta sanitaria
Molte epidemie di Chikungunya vengono identificate solo dopo settimane o mesi dall’inizio, a causa di sistemi di sorveglianza insufficienti o dell’assenza di strumenti diagnostici adeguati. Questo ritardo nella rilevazione impedisce una risposta rapida e aumenta il rischio di complicanze e mortalità.
L’OMS sottolinea che individuare precocemente i casi sospetti e garantire un accesso tempestivo alle cure è fondamentale. Per farlo, è necessario potenziare i laboratori, le reti di sorveglianza e la formazione degli operatori sanitari.
Prevenire nuove epidemie
La recrudescenza osservata nel 2025 evidenzia l’urgenza di strategie sanitarie integrate che includano il monitoraggio ambientale, la gestione del rischio vettoriale e la sensibilizzazione della popolazione.
Secondo l’OMS, investire nella prevenzione e nel rafforzamento dei sistemi sanitari è l’unica via per contenere la diffusione del virus Chikungunya e proteggere la salute pubblica globale.
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