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Italia tra alluvioni e afa, Confeuro: “Non possiamo più vivere in emergenza perenne”

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Italia tra alluvioni e afa, Confeuro: “Non possiamo più vivere in emergenza perenne”

Dall’Emilia-Romagna alla Toscana, dalle Marche alla Puglia: l’Italia è sempre più spesso ostaggio degli estremi climatici. In questi giorni il Paese si trova diviso tra nubifragi e temperature roventi, un contrasto che riflette perfettamente la tropicalizzazione del clima. Non è più un’eccezione, ma una nuova normalità, figlia del cambiamento climatico.

A lanciare un nuovo allarme è Confeuro, la Confederazione degli agricoltori europei e del mondo rurale, che per voce del presidente nazionale Andrea Tiso invita a superare l’approccio emergenziale e a pianificare un futuro più resiliente.

“Nubifragi al Nord e caldo torrido al Sud sono le due facce della stessa medaglia climatica”, spiega Tiso. “La crisi è reale, visibile e quotidiana, ma c’è ancora chi si ostina a ignorarla o minimizzarla”.

3,7 miliardi per la ricostruzione. Ma basteranno?

Confeuro accoglie con favore il recente stanziamento di 3,7 miliardi di euro per la ricostruzione post-alluvione nei territori colpiti, ma avverte: “Serve di più. È fondamentale affiancare agli interventi straordinari un modello strutturale di prevenzione, capace di ridurre davvero il rischio idrogeologico e di supportare il settore agricolo, spesso il primo a subire danni incalcolabili”.

Il cambiamento climatico – sostiene la Confederazione – non può essere gestito solo con fondi per riparare i danni. È necessario adottare una visione di lungo periodo, integrando monitoraggio del territorio, gestione sostenibile dell’acqua, agricoltura rigenerativa e tutela delle risorse naturali.

“La crisi climatica è la sfida del nostro tempo”

Confeuro invita a una riflessione ampia e urgente anche sul piano internazionale.

“Com’è possibile – si chiede Tiso – che a livello globale manchi ancora una politica climatica condivisa? Stiamo parlando della più grande minaccia alla sopravvivenza dell’umanità e del pianeta. Serve un cambio di passo deciso e coordinato, perché il tempo è scaduto”.

Nel mezzo di un’estate già segnata da fenomeni meteorologici estremi, il messaggio è chiaro: non possiamo più vivere rincorrendo le emergenze. È il momento di agire con visione, responsabilità e coraggio.

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