Clima estremo, in Italia 7400 comuni a rischio: il report Ccsc
Il nuovo report del Centro Studi sul Cambiamento Climatico (Ccsc) fa il punto su un 2024 segnato da eventi climatici estremi senza precedenti. In totale, sono stati contati 351 episodi gravi in tutto il Paese. Un numero impressionante, che racconta di piogge torrenziali al Nord e siccità cronica al Sud, con impatti devastanti su città, territori e persone.
In Emilia-Romagna si sono verificati oltre 50 episodi di dissesto legati alle piogge, mentre in Lombardia in pochi mesi sono caduti 1.000 mm di pioggia. Al contrario, le regioni del Sud e le isole vivono una crisi idrica senza tregua, con bacini in secca e gravi perdite per l’agricoltura.

Ondate di calore sempre più intense
Il riscaldamento globale si sta manifestando anche con estati sempre più lunghe e torride. In 14 anni, i giorni con temperature superiori ai 35°C sono raddoppiati. Roma è passata da 4 a 28 giorni roventi all’anno. Terni è diventata la città più calda d’Italia, con 49 giorni sopra i 35°C solo nel 2024.
Questi picchi termici mettono in pericolo la salute pubblica, danneggiano le infrastrutture e aumentano i costi energetici. Non si tratta più di emergenze isolate, ma di una nuova normalità con cui il Paese deve fare i conti.
Emergenza idrica
Una delle priorità evidenziate dal Ccsc è la gestione della risorsa idrica. In un contesto di siccità sempre più grave, è allarmante che quasi la metà dell’acqua potabile venga dispersa a causa di una rete idrica obsoleta e mal gestita.
L’efficienza nella distribuzione dell’acqua è considerata dal report come il primo passo concreto per affrontare la crisi climatica. Intervenire sulle perdite significa ridurre gli sprechi e aumentare la resilienza dei territori.
Prevenzione e adattamento
Il rapporto del Ccsc propone un piano chiaro in tre punti: prevenire, gestire, adattarsi. Secondo il presidente Valerio Molinari, l’Italia non può più limitarsi a rincorrere i disastri. Occorre una strategia preventiva basata su dati e analisi scientifica.
Tra le misure urgenti:
Manutenzione del suolo per ridurre il rischio idrogeologico
Difesa delle coste dall’erosione e dall’innalzamento del mare
Sistemi di previsione e risposta agli eventi estremi
La chiave è passare da una logica emergenziale a una gestione pianificata e lungimirante del rischio climatico.
Un’Italia più calda di 6 gradi entro il 2100?
Il report lancia un ulteriore allarme: senza interventi significativi, l’Italia rischia un aumento medio di +6°C entro fine secolo. Sarebbe un cambiamento drastico, con conseguenze su salute, agricoltura, energia e sicurezza nazionale.
Con oltre 7.400 Comuni italiani a rischio climatico, la necessità di agire è urgente. Il cambiamento climatico non è un fenomeno futuro, ma una realtà già in corso. La scelta è tra adattarsi con intelligenza o continuare a pagare il prezzo dell’inazione.
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