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West Nile, Sima: il cambiamento climatico espande il rischio infettivo

West Nile, Sima: il cambiamento climatico espande il rischio infettivo

Negli ultimi anni, le zanzare hanno cominciato a rappresentare una minaccia ben più seria di quanto si potesse immaginare. Un tempo, malattie come il West Nile Virus, la Dengue o la Chikungunya erano considerate infezioni lontane, relegando la loro diffusione a luoghi esotici. Tuttavia, con il passare degli anni, queste malattie sono diventate realtà anche in Italia, dove recentemente è stato registrato un caso di morte per West Nile in provincia di Latina, e il numero di persone infette è in aumento. Ma come mai stiamo assistendo a questo cambiamento?

Il ruolo del cambiamento climatico

Una delle cause principali è da ricercarsi nei cambiamenti climatici. Le temperature globali in crescita e gli inverni più miti stanno creando un ambiente sempre più favorevole per le zanzare, in particolare per la zanzara tigre, un insetto invasivo che ha ormai colonizzato tutta la Penisola. Questo tipo di zanzara, che un tempo era confinato ad alcune aree tropicali, ha trovato un habitat ideale nelle nostre città, dove la combinazione di alta densità abitativa e microambienti umidi, come tombini e sottovasi, le consente di proliferare senza difficoltà.

Le zone maggiormente a rischio sono le periferie urbane e le aree costiere, dove le condizioni ambientali favoriscono la riproduzione di questi insetti. Le temperature più alte e il clima più instabile, con piogge improvvise e periodi di umidità persistente, rendono queste aree terreno fertile per la diffusione di malattie infettive. In effetti, secondo gli esperti della Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima), la proliferazione delle zanzare è direttamente correlata ai cambiamenti climatici. E non si tratta solo di un problema locale: a livello globale, il rischio di trasmissione di arbovirosi come Dengue, Chikungunya e Zika è aumentato del 30% nell’ultimo decennio.

West Nile, Dengue e Chikungunya

I dati sono preoccupanti. Tra il 2006 e il 2023, l’Italia ha registrato oltre 1.500 casi di Dengue e più di 140 casi di Chikungunya, e ciò che davvero desta preoccupazione sono i numeri relativi ai casi autoctoni, ossia quelle persone che si sono infettate direttamente nel nostro paese. Quasi 500 italiani sono stati colpiti da queste malattie negli ultimi anni, segno che la diffusione locale di questi virus è un fenomeno che non può più essere ignorato.

A destare preoccupazione è anche il crescente rischio che altre malattie, come la febbre gialla, possano arrivare a diffondersi nel nostro paese, complici i cambiamenti climatici e l’aumento dei vettori. In Europa, ad esempio, i casi di Dengue autoctoni sono aumentati del 600% tra il 2010 e il 2022, un dato che non lascia spazio a dubbi sulla tendenza in atto. Se non vengono adottate misure adeguate, il problema rischia di crescere in modo esponenziale, mettendo a rischio la salute di milioni di persone.

Prevenzione quotidiana e sorveglianza

La domanda, quindi, è: cosa possiamo fare per prevenire queste infezioni e proteggere la nostra salute senza cedere al panico? Gli esperti concordano sull’importanza di una sorveglianza continua, soprattutto nei mesi più caldi, da maggio a ottobre, quando il rischio di diffusione è maggiore. Una sorveglianza entomologica e virologica, che monitori costantemente la presenza di zanzare infette, è fondamentale per contenere la diffusione dei virus.

Inoltre, è possibile adottare una serie di comportamenti quotidiani che, seppur semplici, possono fare una grande differenza. Eliminare i ristagni d’acqua dai cortili, svuotare i sottovasi e coprire i bidoni sono azioni che aiutano a ridurre i luoghi di riproduzione delle zanzare. Altre buone pratiche includono l’uso di zanzariere e repellenti, soprattutto durante le ore crepuscolari, quando le zanzare sono più attive.

Approccio One Health

Tuttavia, la soluzione al problema non può essere affidata solo ai comportamenti individuali. È necessario un approccio sistemico che integri la salute umana, animale e ambientale, secondo il principio dell’One Health, che l’Organizzazione Mondiale della Sanità riconosce come il modo più efficace per affrontare le emergenze sanitarie globali. Le politiche pubbliche devono prevedere interventi urbanistici mirati, il miglioramento del drenaggio urbano e una regolamentazione più stringente sull’uso di pesticidi. Inoltre, è fondamentale istituire screening per i viaggiatori provenienti da aree endemiche, al fine di evitare il rischio di importare malattie infettive da altri paesi.

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