Clima: nel 2023 spesi 78,7 miliardi in sussidi dannosi, denuncia Legambiente
Nel 2023, l’Italia ha destinato 78,7 miliardi di euro a sussidi ambientalmente dannosi (SAD), equivalenti al 3,8% del PIL, nonostante il calo delle risorse per l’emergenza energetica. È quanto emerge dal report annuale di Legambiente “Stop sussidi ambientalmente dannosi”, pubblicato in concomitanza con la COP29 a Baku.
Dal 2010, i SAD sono costati al Paese 383,4 miliardi di euro, principalmente per il sostegno alle fonti fossili. Tra i settori più colpiti, il comparto energetico pesa per 43,3 miliardi, seguito dall’edilizia (18 miliardi), trasporti (12,3 miliardi) e agricoltura (3,2 miliardi).
Legambiente critica anche il mancato aggiornamento del Catalogo dei Sussidi Ambientalmente Dannosi e Favorevoli (SAF), fermo dal 2021, nonostante sia un obbligo di legge. Questo strumento è essenziale per quantificare e valutare correttamente i sussidi, inclusi i 17,1 miliardi di euro di agevolazioni non ancora registrate, come il Capacity Market.
Le richieste al governo
L’associazione ambientalista invita il governo a intraprendere azioni concrete e strutturali per eliminare progressivamente i SAD entro il 2030. Tra le priorità evidenziate:
- Eliminazione e rimodulazione dei SAD immediatamente cancellabili (25,9 miliardi), come le agevolazioni per trivellazioni e caldaie a gas.
- Riforma delle accise sui combustibili fossili, in modo che i costi siano proporzionali alle emissioni di gas serra prodotte.
- Investimenti nelle rinnovabili, semplificando le autorizzazioni e puntando al 91% di copertura rinnovabile nel settore elettrico entro il 2030 e al 100% entro il 2035.
- Riforma degli oneri di sistema in bolletta, per garantire maggiore equità e incentivare tecnologie green.
- Sostegno a famiglie e imprese con interventi strutturali e incentivi per l’efficienza energetica e l’autoconsumo.
Stefano Ciafani, presidente di Legambiente, sottolinea: “Non è vero, come dichiarato dal governo alla COP29, che non esistano alternative alle fossili. Servono investimenti nell’innovazione, nell’efficienza energetica e nelle rinnovabili per garantire un futuro sostenibile e indipendente”.
Sussidi emergenziali: un’opportunità sprecata
Legambiente punta il dito anche contro i sussidi emergenziali, che nel 2023 hanno pesato per 33 miliardi nel settore energetico e 374 milioni in quello dei trasporti. Nel biennio 2022-2023, questi interventi hanno totalizzato 84 miliardi di euro. Secondo il report, un quarto di queste risorse (20 miliardi), se investite in rinnovabili, avrebbero permesso di installare 13,3 GW di nuova potenza, garantendo energia pulita per 12 milioni di famiglie e un risparmio di 4 miliardi di metri cubi di gas all’anno.
Le critiche al governo sui sussidi ambientalmente dannosi
Legambiente accusa il governo Meloni di continuare a sostenere rigassificatori, sistemi di cattura e stoccaggio del carbonio (CCS) e nucleare, favorendo le lobby delle fossili. Al contrario, l’associazione chiede di dirottare le risorse verso soluzioni innovative, come reti elettriche efficienti, accumuli di energia e rinnovabili.
Katiuscia Eroe, responsabile energia di Legambiente, aggiunge: “Non è più giustificabile continuare a spendere miliardi in misure temporanee, quando esistono soluzioni capaci di trasformare l’emergenza in occasione di innovazione, sostegno e indipendenza energetica”.
Disparità fiscali nei trasporti
Tra i SAD più critici figurano le disparità fiscali nel settore dei trasporti: 3,1 miliardi di euro derivano dal trattamento differenziato tra benzina e gasolio, mentre Gpl e metano godono di agevolazioni per 3,6 miliardi. Inoltre, i benefici fiscali per le auto aziendali pesano per 1,2 miliardi.
L’appello in vista della Legge di Bilancio
In vista della Legge di Bilancio 2025, Legambiente esorta il governo a intervenire immediatamente sui SAD eliminabili. L’associazione conclude lanciando un appello: “Tagliare i SAD non è solo un obbligo morale verso l’ambiente, ma anche una strategia per il rilancio economico e la sicurezza energetica del Paese”.
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