COP30, giustizia climatica e sociale: sabato a Roma torna il Climate Pride
Da Roma a Belém, il grido per il pianeta si fa più forte. Venerdì prossimo alle 14 a Roma, da Piazzale Aldo Moro, prenderà il via la seconda edizione del Climate Pride, la manifestazione nazionale che porta in piazza la richiesta di giustizia climatica e sociale, ma anche di scelte politiche coraggiose.
L’evento si inserisce nel calendario delle mobilitazioni internazionali in vista della COP30, la trentesima Conferenza delle Parti organizzata dalle Nazioni Unite in Brasile. L’obiettivo è rilanciare il dibattito su clima, biodiversità e transizione ecologica giusta, ponendo al centro il ruolo delle comunità, dei lavoratori e delle nuove generazioni.
Oltre settanta realtà in marcia per il clima
Saranno più di settanta le associazioni, i movimenti e i collettivi che parteciperanno alla street parade colorata, tra performance artistiche, musica e maschere. La manifestazione attraverserà le vie della Capitale per sensibilizzare cittadini e decisori politici sull’urgenza di abbandonare un modello di sviluppo fossile ed estrattivista, considerato responsabile di crisi climatiche, guerre e disuguaglianze globali.
Il Climate Pride vuole essere una celebrazione della resilienza della natura e delle comunità che ogni giorno si battono per un futuro sostenibile, valorizzando simboli e rappresentazioni della vita multispecie, delle energie rinnovabili e della possibilità di vivere in armonia con il pianeta.
Giusta transizione e diritti sociali
La manifestazione promuove una transizione ecologica che integri protezione ambientale, diritti dei lavoratori e sviluppo economico equo. Il modello economico attuale, basato sull’estrazione e sull’uso intensivo di combustibili fossili, viene denunciato come fonte di disuguaglianze, conflitti e devastazione ambientale.
Il Climate Pride sottolinea il legame tra crisi climatica, guerre e ingiustizie sociali, evidenziando come l’industria fossile e il riarmo rappresentino due aspetti della stessa dinamica economica che tutela i profitti privati a discapito di popoli e territori.
Pace, diritti umani e libertà di protesta
Oltre al tema ambientale, la mobilitazione intende lanciare un messaggio di pace e di solidarietà internazionale. Il Climate Pride richiama l’attenzione sulla necessità di difendere i diritti umani, le popolazioni originarie e la libertà di protesta, denunciando la criminalizzazione del dissenso e la violenza legata al controllo delle risorse naturali.
La manifestazione ribadisce che tutela della salute, giustizia climatica e benessere sociale sono elementi interconnessi, e che servono politiche di responsabilità verso chi inquina, accompagnate da piani di bonifica e riconversione dei territori contaminati.
Un movimento trasversale e intersezionale
Il Climate Pride rappresenta un punto di incontro tra movimenti ambientalisti, sindacali, pacifisti e sociali, uniti dall’obiettivo di un cambiamento radicale, equo e sostenibile. Il suo approccio è intersezionale, transfemminista e anticoloniale, aperto a tutte le voci che chiedono un futuro giusto per persone e ambiente.
Tra le oltre settanta realtà aderenti figurano associazioni nazionali e internazionali come WWF Italia, Greenpeace, Legambiente, Amnesty International Italia, Fridays For Future, CGIL, Libera, Oxfam e Ultima Generazione, insieme a numerosi collettivi studenteschi, movimenti per la pace e organizzazioni territoriali.
Un segnale forte verso la COP30
Con la seconda edizione del Climate Pride, Roma torna a essere protagonista del movimento per la giustizia climatica globale. In vista della COP30 di Belém, la piazza italiana vuole inviare un messaggio chiaro: la crisi climatica non può più essere affrontata con promesse, ma con azioni immediate e condivise.
Il Climate Pride si conferma così un appuntamento di riferimento per chi crede in un futuro fondato sulla solidarietà, sull’equità e sulla salvaguardia del pianeta.
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