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I rischi ambientali emergenti al centro del Congresso ISDE Italia

I rischi ambientali emergenti al centro del Congresso ISDE Italia

La seconda giornata del Congresso ISDE Italia 2025 ha approfondito le principali minacce ambientali che stanno trasformando la crisi ecologica in una vera crisi sanitaria globale. Tra i temi affrontati: inquinamento atmosferico, cambiamento climatico, sostanze chimiche persistenti, microplastiche, contaminazione da farmaci, esposizione a interferenti endocrini e impatti sui sistemi naturali e umani.

L’analisi ha mostrato come questi fattori siano ormai interconnessi e incidano simultaneamente sulla salute globale, aggravando malattie croniche, vulnerabilità pediatriche ed emergenze ambientali difficili da contenere senza politiche integrate.

Il peso sanitario del clima e dell’inquinamento

Uno dei contributi più attesi è stato quello di Paolo Vineis dell’Imperial College London e dell’Accademia dei Lincei. Il professore ha presentato dati aggiornati sugli effetti sanitari del cambiamento climatico, sottolineando come gli eventi estremi siano diventati più frequenti e letali. In Italia l’aumento delle temperature provoca già oltre 14.500 morti all’anno, pari al 2,3% della mortalità totale.

Vineis ha ricordato come una recente ondata di calore europea abbia triplicato i decessi legati alle alte temperature, con 1.504 morti attribuibili direttamente al cambiamento climatico nelle principali città del continente. Ancora più impattante è l’inquinamento da PM2.5, responsabile di oltre 70.000 decessi annui in Italia. L’interazione tra caldo e inquinamento amplifica i rischi cardiovascolari e respiratori, rendendo urgente una strategia integrata.

L’esperto ha inoltre evidenziato i co-benefici delle politiche climatiche più ambiziose: energie rinnovabili, mobilità sostenibile e trasformazioni urbane che migliorano qualità dell’aria e salute dei cittadini.

Metalli pesanti e nuove vulnerabilità

Stephan Böse-O’Reilly ha approfondito gli impatti sanitari di metalli pesanti come piombo, arsenico e mercurio. Particolarmente a rischio risultano bambini e popolazioni esposte a contaminazioni industriali, idriche e alimentari, con effetti neurologici e sistemici ormai ampiamente documentati.

Inquinamento atmosferico prima emergenza sanitaria globale

La relazione di Samantha Pegoraro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riportato l’attenzione sull’impatto globale dell’inquinamento atmosferico. Secondo i dati OMS, il 24% dei decessi mondiali — pari a 13,7 milioni di morti annui — è collegato a condizioni ambientali. L’aria inquinata provoca circa 7 milioni di vittime ogni anno e colpisce in modo sproporzionato bambini, anziani e popolazioni vulnerabili.

Nel 2023 il 99,9% della popolazione mondiale ha respirato aria oltre le soglie di sicurezza. Pegoraro ha ribadito l’urgenza di politiche integrate su qualità dell’aria e clima, due emergenze con radici comuni nelle emissioni da combustibili fossili. L’obiettivo globale introdotto alla Conferenza OMS di Cartagena mira a ridurre del 50% gli impatti sanitari delle emissioni antropogeniche entro il 2040.

5G, pesticidi e bisogno di ricerca indipendente

Fiorella Belpoggi, già direttrice dell’Istituto Ramazzini, ha sottolineato la necessità di investire in ricerca indipendente sulle esposizioni derivanti da tecnologie emergenti come il 5G e sulle sostanze controverse come il glifosato. Un impegno necessario per garantire tutela della salute pubblica e maggiore trasparenza scientifica.

Residui farmaceutici nelle acque

Nel suo intervento, Vitalia Murgia ha evidenziato il problema crescente dei residui farmaceutici nelle acque e nei suoli. Studi internazionali mostrano che antibiotici, ormoni, antinfiammatori, chemioterapici, cosmetici e detergenti sono ormai presenti nei fiumi e nei sedimenti di tutti i continenti, con un quarto dei corsi d’acqua oltre le soglie di sicurezza ecologica.

Murgia ha messo in relazione questa contaminazione con la diffusione dell’antibiotico-resistenza, una delle emergenze sanitarie più gravi del nostro tempo. Ha proposto interventi strategici come farmaci più biodegradabili, sistemi di depurazione avanzati, raccolta sicura dei medicinali e monitoraggi costanti, in un approccio One Health che integri salute umana, animale e ambientale.

PFAS: un inquinamento permanente che riguarda tutti

Vincenzo Cordiano, presidente di ISDE Veneto, ha illustrato la vastità della contaminazione da PFAS in Europa e nel mondo. Oltre 23.000 siti risultano già compromessi, con effetti documentati sullo sviluppo infantile, sul sistema endocrino, sul metabolismo e su diverse forme tumorali.

Cordiano ha spiegato i meccanismi biologici legati all’attivazione dei recettori PPAR e ha illustrato le recenti linee guida cliniche per la valutazione dell’esposizione. Ha ribadito la necessità di norme più restrittive e di interventi rapidi per ridurre al minimo un inquinamento considerato ormai permanente.

Microplastiche e nanoplastiche

Maria Grazia Petronio, vicepresidente ISDE Italia, ha tracciato un quadro dettagliato dell’inquinamento da plastica, dalla produzione in aumento alla diffusione di micro e nanoplastiche in aria, acqua, cibo e ambienti domestici. Ha descritto la loro capacità di penetrare nei tessuti umani — placenta, organi riproduttivi, sistema nervoso — e il ruolo degli additivi plastici come interferenti endocrini.

Bambini e crisi ambientale

Nella sessione dedicata ai minori, Peter Van Den Hazel e Laura Reali hanno illustrato come la crisi climatica rappresenti già un’emergenza pediatrica anche in Europa. Reali ha evidenziato l’aumento di asma, infezioni respiratorie, disturbi del sonno, difficoltà cognitive e vulnerabilità psicologica nei bambini esposti a caldo estremo, inquinamento e allergeni in crescita.

Particolare attenzione è stata posta sull’esposizione prenatale, poiché gli inquinanti attraversano la placenta e interferiscono con lo sviluppo neurologico, immunitario e cardiovascolare del feto. La pediatria, ha ricordato Reali, deve integrare la storia ambientale nelle visite e rafforzare il counselling familiare su aria indoor, qualità dell’acqua, mobilità attiva e riduzione delle esposizioni chimiche.

Scienza e politica

La sessione Translating Science into Policy, moderata da Francesco Romizi, ha affrontato il rapporto tra scienza e decisioni pubbliche. Fabrizio Bianchi ha denunciato la scarsa trasparenza nei processi decisionali, la selezione degli esperti secondo criteri politici e l’assenza di una governance stabile dell’evidenza scientifica.

La giornata si è chiusa con un dibattito internazionale sulle sfide globali e sull’urgenza di un’alleanza più forte tra istituzioni sanitarie, comunità scientifiche e società civile per affrontare le crisi ambientali e proteggere la salute pubblica.

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