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Conferenza di Bonn, appello di Amnesty International: “Urgente affrontare la crisi climatica”

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Conferenza di Bonn, appello di Amnesty International: “Urgente affrontare la crisi climatica”

In occasione della Conferenza sul clima di Bonn, iniziata ieri e in programma fino al 26 giugno 2025, Amnesty International ha lanciato un nuovo allarme: è necessario adottare misure urgenti e ambiziose per il clima, con una transizione energetica giusta che abbandoni i combustibili fossili e protegga i diritti umani minacciati dal riscaldamento globale.

Un pianeta a +1,5°C

Nel 2024 il mondo ha superato, per la prima volta, la soglia di +1,5°C di riscaldamento globale rispetto all’epoca preindustriale. Un anno segnato da incendi devastanti in America Latina, uragani anticipati nei Caraibi e piogge torrenziali in Europa centrale. Secondo Amnesty, “i danni ai diritti umani causati dai cambiamenti climatici aumenteranno drasticamente” se non verrà limitato l’uso dei combustibili fossili.

I combustibili fossili alimentano la crisi

Le politiche ambientali restano inadeguate, mentre molti governi continuano a sostenere economicamente le compagnie fossili. Amnesty denuncia come le industrie stiano screditando la scienza climatica e minando le azioni necessarie, mentre l’ambiente e la salute delle persone ne pagano il prezzo.

“Tutte e tutti hanno diritto a un ambiente sano, ma con l’intensificarsi della crisi climatica, questo diritto è sempre più minacciato”, ha dichiarato Ann Harrison di Amnesty.

Le comunità più vulnerabili pagano il prezzo più alto

Agricoltori, popolazioni indigene, abitanti di piccole isole e comunità accanto agli impianti fossili: queste sono le vittime principali del cambiamento climatico, pur essendo le meno responsabili. Esempio emblematico è il Pakistan, che emette meno dell’1% dei gas serra globali ma è tra i paesi più colpiti da alluvioni e ondate di calore.

Difensori ambientali sotto attacco in tutto il mondo

Amnesty denuncia un’escalation di minacce, criminalizzazioni e arresti nei confronti di chi difende l’ambiente e i diritti umani. Dall’Ecuador al Brasile, fino all’Azerbaigian – paese ospitante della Cop29 – dove giornalisti e attivisti sono finiti in carcere per aver denunciato la devastazione ambientale.

Una transizione giusta passa anche dal finanziamento climatico

I paesi a basso reddito, pur essendo tra i più colpiti, ricevono meno fondi per il clima di quanti ne spendano in rimborsi del debito. Amnesty chiede:

Finanziamenti climatici sotto forma di sovvenzioni, non prestiti

Risarcimenti per perdite e danni

Tassazione di compagnie fossili e grandi patrimoni, per recuperare fino a 3000 miliardi di dollari all’anno

Bonn, tappa cruciale verso la Cop30 in Brasile

La Conferenza sul clima di Bonn è un passaggio decisivo verso la Cop30 in Brasile, paese che si propone come leader della protezione ambientale ma che, internamente, autorizza progetti distruttivi e espande la produzione fossile. Amnesty sollecita chiarezza, inclusività e partecipazione democratica nei processi decisionali.

Le richieste chiave di Amnesty International

Eliminazione rapida, equa e finanziata dei combustibili fossili

Transizioni giuste, senza dipendere da tecnologie non provate o compensazioni inefficaci

Integrazione delle voci indigene e delle comunità colpite nelle politiche climatiche

Fine della repressione contro chi difende l’ambiente e i diritti umani

Accesso equo alle conferenze e agli spazi di negoziazione climatica

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