Crisi climatica: cresce l’impegno degli italiani ma cala l’informazione sui media
Secondo l’ultima rilevazione dell’International Center for Social Research (ICSR) commissionata da Ener2Crowd, la maggioranza degli italiani considera la crisi climatica una minaccia concreta. Il 74% del campione nazionale ritiene che i cambiamenti climatici possano influenzare negativamente sia la propria vita sia quella delle generazioni future, segnando un aumento di 5 punti percentuali rispetto al 2024.
Nonostante la crescente sensibilità civica, il 65% degli intervistati percepisce una diminuzione della copertura mediatica sui temi ambientali nei primi dieci mesi del 2025. Il paradosso emerge chiaramente: la crisi climatica è più sentita, ma meno raccontata dai media.
Transizione ecologica
L’indagine mostra un cittadino sempre più attivo nella tutela ambientale. Il 62% ha modificato le proprie abitudini di consumo in chiave sostenibile, in aumento rispetto al 47% del 2024, e il 42% ha sostenuto o investito in progetti legati alla sostenibilità.
I millennial e gli under 25 guidano la transizione green, con il 67% e il 59% rispettivamente coinvolti in iniziative sostenibili, mentre tra gli over 55 la percentuale scende al 48%.
Niccolò Sovico, CEO di Ener2Crowd, sottolinea: «L’ambientalismo del 2025 è concreto, economico e pragmatico: non si limita a chiedere leggi, ma cerca opportunità attraverso comportamenti quotidiani e investimenti responsabili».
Come cambia l’informazione sui temi ambientali
Secondo lo studio pubblicato sul European Journal of Media and Digital Communication Studies (EJMDCS 1/2026), i quotidiani italiani trattano la crisi climatica con frequenza ridotta: in media 4,4 articoli al giorno menzionano marginalmente il clima, mentre solo un articolo ogni due giorni è focalizzato specificamente sulla transizione energetica.
L’informazione digitale assume un ruolo sempre più centrale: il 61% degli italiani si informa principalmente tramite social media e piattaforme online, mentre solo il 18% si affida a televisione e stampa tradizionale.
Ambientalismo pratico
Il 60% degli intervistati associa oggi l’ambientalismo non a manifestazioni o proteste, ma a scelte concrete di investimento e consumo responsabile. La fiducia nelle istituzioni tradizionali cala, mentre cresce quella verso modelli partecipativi e piattaforme specializzate, considerate credibili nella comunicazione green.
Paolo Baldinelli, Executive Chairman di Ener2Crowd, commenta: «I cittadini investono non solo per rendimento, ma anche per appartenenza e impatto. È un nuovo modello di cittadinanza economica legato alla sostenibilità».
I dati chiave del sondaggio
Campione: 1.000 individui (18–75 anni) rappresentativo per sesso, età e area geografica
Periodo: 3-7 novembre 2025
Il 74% considera la crisi climatica una minaccia
Il 65% percepisce minore copertura mediatica
Il 62% adotta comportamenti sostenibili (+15 p.p. rispetto al 2024)
Il 60% associa ambientalismo a scelte di consumo e investimento responsabili
Il 42% ha partecipato o investito in progetti green
Millennial e under 25 i più attivi nella transizione
Ener2Crowd: osservatorio permanente sulla transizione ecologica
Attraverso la collaborazione con ICSR, Ener2Crowd consolida il suo ruolo di osservatorio sui comportamenti ambientali, finanziari e culturali degli italiani. La piattaforma continua a monitorare l’evoluzione della sensibilità civica e gli investimenti green, promuovendo una transizione ecologica guidata dai cittadini stessi.
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