Eventi climatici estremi: in Europa 44 miliardi di danni tra 2020 e 2023
Secondo il nuovo rapporto annuale dell’Agenzia europea dell’ambiente (Aea), le condizioni meteorologiche estreme e i cambiamenti climatici hanno causato, tra il 2020 e il 2023, danni economici superiori rispetto all’intero decennio precedente. I costi legati a questi eventi sono aumentati in modo significativo, diventando una delle principali minacce per la competitività e la stabilità dell’Unione Europea.
Perdite economiche più che raddoppiate in tre anni
Le perdite economiche medie annue dovute agli eventi climatici estremi hanno raggiunto i 44,5 miliardi di euro tra il 2020 e il 2023. Questo dato rappresenta un aumento di 2,5 volte rispetto al periodo 2010-2019. L’analisi dell’Agenzia europea dell’ambiente evidenzia un trend allarmante, con fenomeni meteorologici sempre più intensi e frequenti.
Dal 1980 a oggi oltre 700 miliardi di euro di danni
Il rapporto stima che, tra il 1980 e il 2023, i 27 Paesi dell’Unione Europea abbiano subito perdite economiche totali pari a 738 miliardi di euro a causa di eventi climatici estremi. Di questi, oltre 162 miliardi si sono registrati solo tra il 2021 e il 2023. Una parte significativa di queste perdite non è coperta da assicurazioni, aggravando l’impatto sulle economie nazionali.
Clima e competitività
Il report sottolinea che la competitività dell’Europa dipende fortemente dalle risorse naturali, sempre più messe a rischio dai cambiamenti climatici. La combinazione tra pressioni ambientali, perdita di biodiversità e danni economici richiede risposte urgenti a livello politico, economico e sociale.
Tensioni sulle politiche climatiche europee
Il documento dell’Aea arriva in un momento di forte dibattito tra le capitali europee, divise sulla proposta della Commissione europea di ridurre del 90% le emissioni di gas serra entro il 2040 rispetto ai livelli del 1990. La portata degli investimenti necessari e le implicazioni economiche stanno generando contrasti tra gli Stati membri.
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