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Accelerazione DDL caccia: 55 associazioni si appellano al Parlamento

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Accelerazione DDL caccia: 55 associazioni si appellano al Parlamento

Grido di allarme di 55 associazioni ambientaliste italiane che si appellano al Parlamento contro l’approvazione del contestato decreto di legge sulla caccia. Le associazioni in particolare contestano  il calendario serrato con due sedute al giorno, anche in orari notturni, imposto dalla Commissione Agricoltura guidata dal senatore Luca De Carlo, per un’accelerazione che ha il solo scopo di concludere l’iter legislativo prima delle scadenze elettorali, sacrificando il confronto democratico e le reali priorità del Paese.

Un disegno di legge pericoloso e ideologico

Il DDL Caccia, proseguono le associazioni,  non risponde a nessuna necessità concreta. Non offre soluzioni efficaci agli agricoltori, non tutela l’ambiente e non garantisce maggiore sicurezza. Al contrario, introduce norme che peggiorano la situazione:

Aumento delle specie cacciabili, inclusi animali protetti come stambecchi e lupi

Introduzione della caccia in spiaggia, in barca e su terreni innevati

Uso di silenziatori e riduzione dei controlli

Possibilità di catturare uccelli vivi per usarli come richiami

Queste disposizioni aprono la porta a gravi abusi, favoriscono il bracconaggio e riducono drasticamente la protezione della fauna selvatica.

Le associazioni alzano la voce

Di fronte a questo scenario, 55 realtà della società civile hanno deciso di unire le forze per chiedere il ritiro del disegno di legge. Tra le firmatarie figurano importanti organizzazioni ambientaliste, animaliste, scientifiche e culturali, tra cui WWF Italia, Legambiente, LIPU, Greenpeace, ENPA, LAV, Animal Equality, Animal Law Italia, Fondazione Marevivo, Fondazione Capellino, OIPA, Humane World for Animals, Rewilding Apennines, Società Ornitologica Italiana, Federazione Pro Natura, Earth, Essere Animali, Eticoscienza, ISDE – Medici per l’Ambiente, Gaia Animali & Ambiente, Salviamo l’Orso, Mountain Wilderness, Altura, AFNI, CERM, CIRF, CISO, EBN Italia, VAS – Verdi Ambiente e Società, Animal Aid Italia, Alleanza Antispecista, LEIDAA, LEAL, LIMAV, LNDC – Lega Nazionale per la Difesa del Cane, MAN, ANIMALISTI ITALIANI, ASOIM – Associazione Studi Ornitologici Italia Meridionale, OasiCostiera ODV, NAHR, Rete dei Santuari, SROPU, GAROL, Green Impact, Feder Trek, Gruppo Insubrico di Ornitologia ODV, GRIG – Gruppo d’Intervento Giuridico, Attivisti Gruppo Randagio, Associazione Caretta Caretta, Io Non Ho Paura del Lupo e Waldrappteam.

Tutte insieme chiedono al Parlamento di non diventare complice di una legge che rischia di calpestare la Costituzione, violare le normative europee e compromettere la sicurezza ambientale e la legalità nei territori.

Le vere priorità ignorate

Secondo le associazioni, il dibattito parlamentare su un tema così divisivo distoglie attenzione e risorse da problemi concreti. La crisi idrica, la transizione ecologica, il sostegno alle imprese agricole, le politiche alimentari sostenibili e la protezione del territorio richiedono un’azione urgente. Occuparsi di caccia in modo ideologico e affrettato rappresenta un’occasione persa per il Paese.

Una politica ambientale degna del futuro

L’Italia ha bisogno di una visione chiara e responsabile. Le scelte legislative dovrebbero ispirarsi ai principi di sostenibilità, protezione della natura e benessere collettivo. Invece di promuovere provvedimenti che accontentano le frange più estreme del mondo venatorio, è necessario difendere il diritto di tutti a vivere in un ambiente sano e sicuro, oggi e domani.

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