Nucleare sostenibile: le Regioni dicono sì, ma chiedono più coinvolgimento
Le Regioni italiane hanno detto sì, ma non senza condizioni. Nella seduta del 30 luglio 2025 della Conferenza Unificata, la maggioranza delle Regioni ha espresso parere favorevole al disegno di legge delega sul nucleare sostenibile, chiedendo però maggior coinvolgimento nella fase attuativa.
Il decreto, che punta a rilanciare il ruolo dell’energia nucleare nella transizione ecologica del Paese, ha incontrato un’accoglienza differenziata: se da un lato viene riconosciuta l’urgenza di diversificare il mix energetico, dall’altro emergono dubbi sulla trasparenza dei processi decisionali e sulla reale sostenibilità del nucleare.
Un sì condizionato: servono garanzie sull’intesa Stato-Regioni
Nel parere favorevole, le Regioni hanno sottolineato la necessità di concordare i futuri decreti attuativi con il Governo centrale, chiedendo che ogni fase successiva sia oggetto di intesa e non solo di consultazione. Un punto politico e istituzionale tutt’altro che marginale, che mira a tutelare i territori da decisioni calate dall’alto.
“Il coinvolgimento reale delle Regioni è imprescindibile – si legge nella nota diffusa dalla Conferenza – per garantire che le scelte su tecnologie, localizzazioni e impatti ambientali rispecchino le peculiarità e le esigenze dei territori”.
I no al decreto: Sardegna, Toscana e Umbria si oppongono
Non tutte le Regioni hanno condiviso la linea della maggioranza. Sardegna, Toscana e Umbria hanno espresso parere negativo al disegno di legge, manifestando preoccupazioni ambientali, energetiche e politiche.
In particolare, dai territori emergono timori legati:
- all’impatto ambientale delle infrastrutture nucleari;
- alla gestione dei rifiuti radioattivi;
- alla perdita di autonomia decisionale su scelte strategiche locali;
- alla reale efficacia del nucleare come fonte “sostenibile”.
Nucleare e salute ambientale: una riflessione ancora aperta
Il rilancio del nucleare come “sostenibile” divide da anni opinione pubblica, scienziati e ambientalisti. Il tema si intreccia infatti con questioni cruciali per la salute umana e ambientale: dal rischio di incidenti alla gestione delle scorie, passando per il consumo di suolo e acqua.
L’approccio europeo sembra oggi più possibilista, soprattutto verso le nuove tecnologie come i piccoli reattori modulari (SMR), ma il dibattito rimane acceso.
Prossimi passi
Il parere della Conferenza Unificata non è vincolante, ma rappresenta un passaggio chiave nel percorso politico del decreto. Il Governo dovrà ora tener conto delle richieste regionali, in particolare della richiesta di intesa piena sui decreti legislativi attuativi. Un passaggio che potrebbe diventare decisivo per evitare tensioni istituzionali e garantire trasparenza e condivisione su un tema cruciale come l’energia.
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