Loading Now

Dengue: in Italia 60 casi nei primi cinque mesi del 2025, tutti importati

Dengue: in Italia 60 casi nei primi cinque mesi del 2025, tutti importati

L’Italia resta, per ora, fuori dalla trasmissione autoctona della Dengue, ma il rischio è in crescita a causa dei cambiamenti climatici. Ecco i dati aggiornati dell’Istituto Superiore di Sanità.

La situazione attuale

Tra il 1° gennaio e il 31 maggio 2025, il sistema nazionale di sorveglianza coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha registrato 60 casi confermati di Dengue in Italia. Tutti i contagi sono importati, ovvero legati a viaggi in zone endemiche, e nessuno ha generato focolai locali.

L’età media dei pazienti è di 41 anni e il 53% dei casi riguarda uomini. Le regioni con il maggior numero di casi sono:

Lombardia: 16 casi

Toscana: 10 casi

Lazio: 8 casi

Non si è registrato alcun decesso associato alla malattia.

Arbovirosi sotto osservazione: non solo Dengue

Oltre alla Dengue, il bollettino dell’ISS evidenzia anche altri virus trasmessi da vettori, noti come arbovirosi. Tra gennaio e maggio 2025 sono stati segnalati: 13 casi di Chikungunya, 4 casi di Zika virus, 5 casi di encefalite da zecca (TBE) – tutti autoctoni, 1 caso di virus Toscana.

Anche per queste infezioni non sono stati riportati decessi. L’andamento conferma la necessità di una sorveglianza costante e capillare, soprattutto in un contesto climatico in rapido mutamento.

Cos’è la Dengue e come si trasmette

La Dengue è una malattia virale trasmessa da zanzare del genere Aedes, in particolare Aedes aegypti e Aedes albopictus (nota anche come zanzara tigre). Quest’ultima è ormai stabilmente presente anche in molte aree italiane.

Nelle zone tropicali e subtropicali, la Dengue è considerata una delle principali emergenze sanitarie, con oltre 5 milioni di casi e più di 5.000 decessi nel 2023, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Sintomi e rischi della Dengue

L’infezione può essere asintomatica oppure causare sintomi simili a quelli influenzali: Febbre alta, Dolori muscolari e articolari, Cefalea, Nausea e vomito, Eruzioni cutanee.

Nella sua forma più grave, nota come Dengue emorragica o Dengue severa, può provocare complicanze potenzialmente letali, in particolare nei soggetti fragili o già infetti da un altro sierotipo del virus.

Attualmente non esiste un trattamento antivirale specifico, ma sono disponibili vaccini, raccomandati soprattutto in Paesi endemici e per categorie a rischio.

Prevenzione: l’Europa resta vulnerabile

In assenza di trasmissione endemica, la prevenzione in Europa si basa su due strategie fondamentali:

Protezione individuale: repellenti, zanzariere, abbigliamento adeguato

Controllo dei vettori: eliminazione dei ristagni d’acqua e monitoraggio delle popolazioni di zanzare

Secondo l’ISS, i cambiamenti climatici aumentano il rischio di diffusione dei vettori anche in aree finora considerate sicure. Il caldo, le piogge intense e l’umidità possono infatti favorire la proliferazione delle zanzare responsabili della trasmissione.

Sorveglianza e informazione

Gli esperti dell’ISS sottolineano che la sorveglianza epidemiologica è un pilastro della prevenzione, soprattutto per identificare e gestire rapidamente i casi importati.

“Monitorare costantemente le arbovirosi ci permette di prevenire la diffusione locale e tutelare la salute pubblica”, spiegano i tecnici dell’Istituto.

Share this content: