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Desertificazione, Geologi ambientali lanciano allarme per Sud Italia. Le soluzioni

Desertificazione Geologi ambientali

Desertificazione, Geologi ambientali lanciano allarme per Sud Italia. Le soluzioni

La desertificazione, definita dalla Convenzione delle Nazioni Unite sulla lotta alla desertificazione (UNCCD) come la degradazione del suolo nelle zone aride, semi-aride e sub-umide secche, rappresenta una delle più pressanti sfide ambientali e socio-economiche a livello globale e, in particolare, per il bacino del Mediterraneo. Lo ha affermato Francesco Cancellieri, Coordinatore nazionale dell’Area tematica – Paesaggio e Aree protette ed ecoregioni della Società Italiana di Geologia Ambientale (SIGEA).

“Questo processo – ha spiegato Cancellieri – è esacerbato dalla complessa interazione tra fattori naturali avversi e pressioni antropiche insostenibili“.

Nel contesto dei cambiamenti climatici, con aumento delle temperature e alterazione dei regimi pluviometrici, la vulnerabilità dei territori del Sud Italia, storicamente esposti a tali dinamiche, risulta ulteriormente accresciuta.

Le manifestazioni più evidenti e dannose della desertificazione includono la perdita di fertilità del suolo, la riduzione della capacità agro-silvo-pastorale, la diminuzione della biodiversità e l’aumento del rischio idrogeologico.



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Un Convegno per Identificare Strategie Efficaci

In occasione della XXXI Giornata Mondiale per la Lotta alla Desertificazione e alla Siccità, l’Ordine dei Chimici e dei Fisici della Provincia di Messina, in collaborazione con AssoCEA Messina APS e il Nodo InFEA della Città Metropolitana di Messina, ha organizzato un Convegno scientifico-tecnico. L’evento è stato finalizzato ad affrontare le sfide critiche poste dalla desertificazione e dalla siccità, con particolare riferimento alle aree più vulnerabili del Mezzogiorno d’Italia, incluse le regioni insulari di Sicilia e Sardegna, e a identificare strategie efficaci per limitare, fermare e invertire tale processo.

L’obiettivo era quello di creare una piattaforma multidisciplinare per sintetizzare le conoscenze scientifiche più avanzate e le esperienze operative nella valutazione, monitoraggio e mitigazione dei processi di desertificazione. Particolare attenzione è stata dedicata alle specificità pedoclimatiche, ecologiche e socio-economiche di Sicilia e Sardegna, considerate aree emblematiche del rischio a livello nazionale ed europeo.

L’Approccio Integrato e il Modello MEDALUS

“L’obiettivo primario è quello di mettere a sistema le evidenze scientifiche e le migliori pratiche, promuovendo un approccio integrato basato sull’analisi dei principali driver della degradazione del territorio e sulla conseguente identificazione di misure di pianificazione e gestione sostenibile,” ha concluso Cancellieri.

A tal fine, il Convegno ha proposto un approfondimento metodologico basato sul modello concettuale MEDALUS (Mediterranean Desertification and Land Use). Questo framework integrato analizza la sensibilità alla desertificazione attraverso la valutazione sinergica di fattori naturali e antropici, raggruppati in aree chiave.

Durante il Convegno, è stata data particolare enfasi alla rivisitazione critica e all’adattamento di tale modello e di metodologie similari alle condizioni attuali e future, considerando la disponibilità di nuovi dati, le evoluzioni tecnologiche (telerilevamento, GIS) e la necessità di integrare scenari di cambiamento climatico e socio-economici per una valutazione prospettica del rischio.

Sono state previste sessioni dedicate all’analisi di ciascun fattore del modello MEDALUS, con interventi di esperti scientifici e tecnici, focalizzandosi su:

  • Qualità del Clima: analisi delle caratteristiche climatiche regionali e locali che influenzano la vulnerabilità (regimi pluviometrici, temperature, siccità, bilancio idro-climatico).
  • Qualità della Vegetazione: valutazione del ruolo della copertura vegetale nella protezione del suolo, nel ciclo idrologico e nella biodiversità (tipologia, grado di copertura, biomassa, resilienza).
  • Qualità del Suolo: approfondimento delle proprietà intrinseche del suolo che determinano la sua resistenza alla degradazione (tessitura, struttura, profondità, permeabilità, capacità di ritenzione idrica, sostanza organica, salinità).
  • Qualità dell’Uso e Gestione Antropica del Territorio: analisi dell’impatto delle attività umane sul rischio di desertificazione (sistemi di coltivazione, irrigazione, sovrapascolo, deforestazione, incendi, urbanizzazione).

Oltre all’analisi dei driver e alla discussione sull’applicabilità di modelli di valutazione del rischio, il Convegno ha esplorato le strategie integrate di pianificazione e gestione sostenibile del territorio necessarie per contrastare efficacemente la desertificazione nel Mezzogiorno d’Italia. Sono stati affrontati temi cruciali come l’implementazione di pratiche agricole e forestali conservative (agroecologia, selvicoltura sostenibile), la gestione efficiente e circolare delle risorse idriche, il ripristino ecologico dei suoli degradati, l’applicazione di strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica orientati alla sostenibilità, il ruolo delle tecnologie innovative e le politiche di governance con il coinvolgimento degli stakeholder locali e regionali.

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