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Mangiare meglio per inquinare meno, Lancet: la dieta planetaria può tagliare il 20% delle emissioni

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Mangiare meglio per inquinare meno, Lancet: la dieta planetaria può tagliare il 20% delle emissioni

Mangiare non è solo un atto quotidiano. Secondo il nuovo rapporto della Commissione Eat-Lancet 2025, il nostro sistema alimentare ha un impatto determinante sulla salute delle persone e del pianeta. Oggi quasi metà della popolazione mondiale non ha accesso a una dieta sana, a redditi adeguati o a un ambiente pulito. Eppure, produciamo abbastanza cibo per tutti.

Il documento mostra come i sistemi alimentari attuali siano tra le principali cause di disuguaglianza, malattie croniche, perdita di biodiversità e crisi climatica. La produzione alimentare contribuisce infatti per circa il 30% alle emissioni globali di gas serra.

La dieta della salute planetaria

La Commissione propone una soluzione concreta e accessibile: la dieta della salute planetaria (Planetary Health Diet, Phd). Si tratta di uno schema alimentare basato principalmente su alimenti vegetali poco trasformati, integrato con moderate quantità di prodotti animali. Secondo i dati, questa dieta può ridurre del 27% il rischio di morte prematura e prevenire fino a 15 milioni di morti ogni anno.

Le linee guida raccomandano:

Cereali integrali: 150 grammi al giorno (circa 3-4 porzioni)

Frutta e verdura: almeno 500 grammi al giorno (5 porzioni)

Legumi: 75 grammi al giorno

Frutta secca: 25 grammi al giorno

Carne rossa: fino a 200 grammi a settimana

Pesce: fino a 700 grammi a settimana

Uova: 3-4 a settimana

Latticini: fino a 500 grammi al giorno

Viene inoltre suggerito di limitare zuccheri aggiunti, grassi saturi e sale, garantendo al contempo l’apporto necessario di nutrienti essenziali come ferro, calcio e vitamina B12.

Benefici ambientali: meno emissioni, più resilienza

Il rapporto evidenzia che l’adozione globale della dieta Phd, accompagnata dalla riduzione degli sprechi alimentari e da pratiche agricole sostenibili, potrebbe ridurre le emissioni di gas serra legate al cibo di oltre il 15%. Il potenziale sale al 20% se si dimezzano anche le perdite alimentari lungo la filiera.

Questo cambiamento potrebbe inoltre ridurre il consumo di acqua dolce, l’uso di suolo agricolo e l’inquinamento causato dai nutrienti, contribuendo a ripristinare ecosistemi compromessi.

Un approccio inclusivo e rispettoso delle culture

Il modello alimentare proposto dalla Commissione non è rigido né uniforme. Al contrario, integra la diversità culturale, le abitudini alimentari locali e le esigenze nutrizionali delle diverse fasi della vita. Sono previste anche strategie per supportare gruppi vulnerabili come bambini, donne in gravidanza o anziani, tramite arricchimento o integrazione alimentare.

Secondo gli esperti, l’approccio flessibile della Phd consente di adattare la dieta a differenti contesti, garantendo al contempo salute individuale e sostenibilità globale.

Cambiare il cibo per cambiare il mondo

Il messaggio del rapporto Eat-Lancet 2025 è chiaro: il sistema alimentare attuale non è sostenibile, ma la trasformazione è possibile e necessaria. Ridisegnare il modo in cui produciamo e consumiamo cibo è fondamentale per la salute umana, la giustizia sociale e la sopravvivenza del pianeta.

Come sottolinea Johan Rockström, copresidente della Commissione, “le scelte alimentari che facciamo oggi determineranno la qualità della vita delle generazioni future e la possibilità stessa di un pianeta vivibile”.

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