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Dolcificanti artificiali nel mirino per possibili effetti cognitivi: rischi per la salute del cervello

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Dolcificanti artificiali nel mirino per possibili effetti cognitivi: rischi per la salute del cervello

Un recente studio pubblicato sulla rivista Neurology dell’American Academy of Neurology suggerisce che alcuni dolcificanti artificiali potrebbero essere associati a un declino più rapido delle capacità cognitive e della memoria. La ricerca, condotta in Brasile, ha coinvolto oltre 12.700 adulti seguiti per un periodo medio di otto anni, evidenziando potenziali effetti a lungo termine sul cervello legati all’assunzione regolare di sostituti dello zucchero.

I dolcificanti analizzati e le quantità assunte

I ricercatori hanno analizzato sette dolcificanti: aspartame, saccarina, acesulfame-K, eritritolo, xilitolo, sorbitolo e tagatosio. Queste sostanze sono comunemente presenti in prodotti ultra-processati come yogurt, dessert light, bibite dietetiche, acque aromatizzate e bevande energetiche.

I partecipanti sono stati divisi in tre gruppi in base alla quantità totale di dolcificanti consumati giornalmente. Il gruppo con il consumo più basso assumeva circa 20 milligrammi al giorno, mentre quello con il consumo più alto ne assumeva in media 191 milligrammi, una quantità equivalente a una lattina di bibita light nel caso dell’aspartame.

Il sorbitolo è risultato il dolcificante più consumato, con una media di 64 milligrammi al giorno.

Effetti sul pensiero e sulla memoria

Durante il periodo di osservazione, ai partecipanti sono stati somministrati test cognitivi mirati a valutare la fluidità verbale, la memoria di lavoro, la capacità di ricordare parole e la velocità di elaborazione mentale.

Dopo aver corretto i dati per fattori come età, sesso, ipertensione e malattie cardiovascolari, i ricercatori hanno scoperto che:

chi consumava la quantità più elevata di dolcificanti mostrava un declino cognitivo generale più rapido del 62%, pari a circa 1,6 anni di invecchiamento in più;

il gruppo intermedio presentava un declino del 35%, equivalente a circa 1,3 anni;

l’effetto era più marcato nelle persone sotto i 60 anni e nei soggetti con diabete.

Quali dolcificanti sono legati al declino cognitivo

Tra i sette dolcificanti analizzati, sei sono stati associati a un maggiore declino delle capacità cognitive e mnemoniche: aspartame, saccarina, acesulfame-K, eritritolo, sorbitolo e xilitolo. L’unico dolcificante che non ha mostrato alcun legame con il declino cognitivo è stato il tagatosio.

Il legame osservato era più forte tra le persone affette da diabete, una categoria più incline al consumo di dolcificanti artificiali.

Lo studio non dimostra un rapporto di causa-effetto

Gli autori dello studio precisano che, sebbene i risultati indichino un’associazione, **non si può affermare che i dolcificanti causino direttamente il declino cognitivo**. Saranno necessarie ulteriori ricerche per verificare il meccanismo e per confrontare questi risultati con altre alternative naturali allo zucchero.

La dottoressa Claudia Kimie Suemoto, autrice principale dello studio, sottolinea la necessità di esplorare soluzioni più naturali, come miele, sciroppo d’acero, zucchero di cocco o purea di mele, come potenziali alternative più sicure nel lungo termine.

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