Trump contro il riscaldamento globale: “È la più grande truffa della storia”
Durante il suo intervento all’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha rilasciato una serie di affermazioni controverse riguardanti il cambiamento climatico. Di fronte a circa 190 rappresentanti di Paesi di tutto il mondo, Trump ha definito il riscaldamento globale come “la più grande truffa mai perpetrata nel mondo”.
Secondo Trump, le previsioni climatiche diffuse dalle Nazioni Unite e da altri organismi internazionali sarebbero frutto di errori o interessi sbagliati. Ha affermato che tali previsioni sono costate enormi somme di denaro ai vari governi e che, se non si abbandonerà la “truffa green”, molti Paesi rischiano il fallimento.

La visione di Trump sulle energie rinnovabili
Trump ha ribadito la sua storica opposizione alle fonti di energia rinnovabile, in particolare all’eolico, definito ironicamente una “barzelletta patetica”. Ha sostenuto che queste tecnologie sarebbero poco efficienti, troppo costose e incapaci di garantire una fornitura energetica stabile.
Secondo le sue parole, le bollette dell’elettricità in Europa sarebbero “due o tre volte più alte” rispetto a quelle degli Stati Uniti, che invece sarebbero in calo. Una comparazione, tuttavia, che non tiene conto di numerosi fattori economici e normativi legati ai diversi mercati energetici.
L’uscita dall’Accordo di Parigi e le accuse alle Nazioni Unite
Nel suo discorso, Trump ha ricordato di aver ritirato gli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi sul clima, definendolo “falso” e sbilanciato. A suo dire, l’America avrebbe sostenuto un peso economico sproporzionato rispetto agli altri Paesi firmatari, accusati di non rispettare gli impegni presi.
Trump ha anche introdotto un curioso dettaglio: un ordine permanente alla Casa Bianca di non utilizzare mai il termine “carbone” senza accompagnarlo da “pulito e bello”, ritenendo che abbia una connotazione più positiva per l’opinione pubblica.
La carbon footprint e le responsabilità ambientali
Una parte particolarmente controversa del discorso riguarda la carbon footprint, definita da Trump una “bufala”. A sostegno della sua affermazione, ha citato il climatologo Andrew Dessler della Texas A&M University, secondo cui il termine sarebbe stato coniato dalle compagnie petrolifere per spostare la responsabilità ambientale dalle aziende ai singoli individui.
Questo punto riflette una strategia comunicativa volta a minimizzare il ruolo dell’industria nell’emergenza climatica, attribuendo invece agli ambientalisti e ai consumatori la responsabilità della crisi.
Trump contro gli ambientalisti e l’inquinamento “importato”
Trump ha anche espresso critiche verso gli ambientalisti statunitensi, descritti come estremisti che vorrebbero fermare la produzione industriale e persino eliminare l’allevamento di bestiame. Inoltre, ha accusato altri Paesi di essere responsabili per l’inquinamento atmosferico che raggiunge gli Stati Uniti e per i rifiuti plastici che galleggiano negli oceani.
Tuttavia, secondo numerosi studi, l’inquinamento che colpisce le comunità americane proviene in gran parte da fonti locali, come impianti industriali e progetti energetici domestici, piuttosto che da agenti esterni.
Share this content: