Dopo Mongstad, Extinction Rebellion annuncia nuove azioni. “La crisi climatica non ha confini”
Il blocco della raffineria di Mongstad in Norvegia non è stato un episodio isolato. Extinction Rebellion e il Green Youth Movement hanno annunciato che le mobilitazioni continueranno per tutta la settimana, con nuove azioni previste anche a Oslo. L’obiettivo è chiaro: costringere il governo norvegese e l’azienda Equinor a presentare un piano credibile di uscita dal petrolio e dal gas, mentre il Paese si prepara alle elezioni parlamentari dell’8 settembre.
La protesta, che ha visto la partecipazione di Greta Thunberg, Carola Rackete e della cantante Aurora, non ha solo un significato nazionale. È anche il simbolo di una battaglia che riguarda l’intera Europa. Lo ricorda Lotta, artista e attivista italiana: «Ho attraversato il continente per essere qui. Vengo dall’Emilia Romagna, devastata da alluvioni, e so che il collasso climatico non conosce confini. È tempo che Paesi come la Norvegia e l’Italia si assumano le proprie responsabilità».
Il messaggio della Nordic Climate Justice Coalition è infatti quello di smascherare l’immagine dei Paesi nordici come leader verdi: dietro la facciata progressista, la Norvegia rimane il principale produttore europeo di petrolio e gas. Un paradosso che rischia di pesare sulle scelte politiche future e che porta i movimenti climatici a un’escalation di pressione pubblica.
Dopo Mongstad, dunque, la protesta continua: le prossime ore diranno se il governo saprà aprire un dialogo o sceglierà la linea dura contro attivisti che hanno già annunciato di non volersi fermare.
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