Sardegna Rinnovabile dice no al ritorno al fossile La Regione non sacrifichi salute, ambiente e futuro per il gas
“Il Governo e la Regione Sardegna sembrano pronti a sacrificare salute, ambiente e futuro dell’isola in nome di una strategia energetica antiquata, basata su nuove infrastrutture fossili, dannose e costose”. È il duro commento dell’alleanza Sardegna Rinnovabile (WWF, Legambiente, Greenpeace e Kyoto Club) alla bozza del DPCM Energia che circola da settimane e che, secondo quanto trapela, sarebbe stata accettata dalla giunta Todde, in aperta contraddizione con le posizioni espresse dalla stessa presidente in passato.
Il decreto, pur parlando di “decarbonizzazione”, nei fatti apre la porta alla metanizzazione dell’isola, puntando su gas naturale – metano – un combustibile fossile che, secondo i dati scientifici, è 83 volte più climalterante della CO₂.
DPCM Energia Sardegna: una scelta che ignora salute e ambiente
La bozza prevede un massiccio programma di opere fossili:
- Due nuove navi rigassificatrici (FSRU) a Oristano e Porto Torres;
- La riconversione a gas della centrale di Fiume Santo;
- Una nuova rete di trasporto e distribuzione connessa a queste infrastrutture.
Tutto ciò, sottolineano le associazioni, non rappresenta una transizione, ma un ritorno a vecchie logiche energetiche, che condannerebbero l’isola a decenni di dipendenza dai fossili, con un enorme impatto ambientale, paesaggistico e sociale. Le FSRU – opere ad alto impatto – sono definite nel testo come “temporanee”, ma resteranno attive per decenni, senza alcun coinvolgimento delle amministrazioni locali o dei cittadini.
Sardegna Rinnovabile chiede al Governo di riconsiderare la misura delle opere, oggi sproporzionate e dannose, ricordando che il progetto di metanizzazione del 2015 è già fallito proprio per la sua inadeguatezza rispetto alla transizione ecologica.
Rischio infrastrutture fossili e impatti a lungo termine
“La Sardegna ha l’opportunità storica di diventare la prima isola verde d’Europa, 100% rinnovabile entro il 2030”, dichiara l’alleanza. Lo conferma anche un nuovo studio, realizzato da Università di Padova, Politecnico di Milano e Università di Cagliari – promosso dal Coordinamento FREE – che sarà presentato il 19 maggio nell’Aula Magna di Ingegneria a Cagliari.
Il PNIEC nazionale indica già le priorità per garantire sicurezza e competitività energetica attraverso reti elettriche, accumuli e collegamenti strategici come Tyrrhenian Link e SACOI3, non con nuove infrastrutture a gas.
DPCM Energia Sardegna: perché serve una svolta verso le rinnovabili
Infine, Sardegna Rinnovabile invita a seguire le recenti pronunce del TAR del Lazio: impedire le rinnovabili e favorire i fossili non è solo contrario alla logica climatica ed economica, ma rischia anche di violare la Costituzione e il diritto europeo.
L’appello è chiaro: fermare il DPCM nella sua forma attuale e pianificare un futuro davvero sostenibile, con al centro ambiente, salute, territorio e l’indipendenza energetica dei sardi.
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