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Aviazione europea in ritardo sull’uso dei carburanti sostenibili: l’allarme dell’EASA

Aviazione europea in ritardo sull’uso dei carburanti sostenibili: l’allarme dell’EASA

L’Agenzia dell’Unione Europea per la Sicurezza Aerea (EASA) ha pubblicato la sua prima relazione annuale sull’attuazione del regolamento ReFuelEU, che monitora l’impiego dei carburanti sostenibili per l’aviazione (SAF). Il documento traccia un quadro preoccupante: il settore aereo europeo è ancora lontano da una vera transizione energetica.

Nel 2024, il SAF ha rappresentato solo lo 0,6% del carburante per aerei fornito negli aeroporti dell’Unione, e si trattava esclusivamente di forniture volontarie. Le quote obbligatorie entreranno infatti in vigore nel 2025.

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Obiettivi raggiungibili, ma l’uso resta minimo

Nonostante l’utilizzo limitato, la capacità produttiva di SAF nell’UE è già di 1,4 milioni di tonnellate, sufficiente per raggiungere l’obiettivo del 2% per il 2025 e persino il 4,8% previsto per il 2030. Considerando anche gli impianti in costruzione, la produzione potrebbe arrivare a 3,6 milioni di tonnellate entro la fine del decennio.

Tuttavia, la crescita della domanda e la mancanza di un mercato stabile rendono la prospettiva fragile. Senza investimenti pubblici e meccanismi di garanzia dei ricavi a lungo termine, molti progetti rischiano di rimanere incompiuti.

Dipendenza dalle importazioni e rischio frodi

Il rapporto EASA segnala un’eccessiva dipendenza dell’Europa dai biocarburanti importati. Tutti i SAF utilizzati nel 2024 provenivano da fonti biologiche: l’80% da oli da cucina usati e il 17% da grassi animali. Ma il 69% delle materie prime è stato importato, soprattutto da Cina (38%) e Malesia (12%).

Gli oli da cucina usati provenienti dall’estero sono considerati particolarmente vulnerabili alle frodi, poiché difficili da verificare e da tracciare. Secondo Transport & Environment, l’Europa dovrebbe privilegiare materie prime di origine interna e sviluppare una filiera più sicura e trasparente.

Carburanti elettrici restano solo sulla carta

Nonostante oltre 40 progetti in fase di sviluppo in diversi Paesi europei, nessun litro di carburante elettrico è ancora arrivato sul mercato. Gli e-fuel, considerati essenziali per una decarbonizzazione completa del trasporto aereo, non hanno ricevuto finora sostegni sufficienti per essere competitivi.

Senza incentivi pubblici, il rischio è che gli investimenti in questo segmento restino marginali, ritardando la creazione di una filiera europea dei carburanti sintetici realmente a emissioni zero.

Benefici climatici limitati e traffico in aumento

Le consegne di SAF nel 2024 hanno evitato 714.000 tonnellate di emissioni di CO₂, pari solo allo 0,5% delle emissioni complessive del settore. Nello stesso periodo, però, il traffico aereo europeo è cresciuto dell’8%, vanificando in gran parte i progressi ottenuti grazie ai carburanti sostenibili.

Secondo lo studio Down to Earth di Transport & Environment, se la crescita del traffico continuerà ai ritmi attuali, nel 2049 il settore brucerà la stessa quantità di cherosene fossile del 2023, anche con un impiego del 42% di SAF come previsto dal regolamento ReFuelEU.

Le raccomandazioni per una vera transizione

Per invertire la rotta, l’Unione Europea deve affrontare quattro priorità: aumentare gli investimenti nell’aviazione a zero emissioni e negli e-fuel, limitare l’espansione delle infrastrutture aeroportuali, ridurre i voli frequenti e introdurre una tassazione più equa del settore.

Camille Mutrelle, responsabile delle politiche aeronautiche di Transport & Environment, ha sottolineato che la transizione dell’aviazione europea sta solo iniziando. Senza una politica industriale solida e senza un sostegno mirato ai carburanti sintetici, le emissioni continueranno ad aumentare.

Nuovo Piano per i Trasporti Sostenibili

Il prossimo Piano di Investimenti per i Trasporti Sostenibili (STIP) rappresenta un’opportunità per orientare le risorse verso progetti di e-fuel scalabili e a lungo termine. L’obiettivo è costruire un’industria europea dei carburanti sostenibili in grado di fornire una reale soluzione climatica per il futuro dell’aviazione.

Solo così l’Europa potrà ridurre concretamente le emissioni del trasporto aereo e garantire che la transizione energetica del settore non resti ferma sulla pista di decollo.

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