Allarme echinococcosi alveolare: così volpi e roditori minacciano la nostra salute
Un parassita silenzioso, trasmesso da volpi e piccoli roditori selvatici, è responsabile di una delle malattie parassitarie più gravi e subdole in Europa: l’echinococcosi alveolare. Secondo il primo studio multicentrico europeo coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità e pubblicato su The Lancet Infectious Diseases, tra il 1997 e il 2022 sono stati segnalati oltre 4.200 casi umani, con epicentri in Austria, Francia, Germania, Svizzera e Paesi Baltici.
In 25 anni oltre 4.200 casi, uno studio dell’ISS lancia l’allerta
Questa zoonosi, causata dal parassita Echinococcus multilocularis, ha un decorso simile a quello di un tumore maligno, con proliferazione progressiva nel fegato e in altri organi interni. Senza trattamento, può essere letale. Il contagio avviene in modo indiretto, spesso tramite cibo, acqua o mani contaminate da feci infette.
L’Italia, fino al 2023, risultava quasi immune. Ma oggi qualcosa sta cambiando: 3 casi documentati, di cui uno acquisito localmente, segnalano l’emergere silenzioso del parassita anche nel nostro territorio.
“Nonostante il basso numero di casi, i costi sociali e sanitari sono altissimi – spiegano gli autori dello studio –. I pazienti richiedono spesso trattamenti a vita, interventi chirurgici complessi e, nei casi più gravi, il trapianto di fegato.”
Il legame con l’ambiente e gli animali
Lo studio evidenzia quanto sia cruciale un approccio integrato One Health, che metta in relazione salute umana, salute animale e tutela ambientale. Il riscaldamento globale, l’espansione urbana e la maggiore interazione con la fauna selvatica stanno modificando gli equilibri ecologici, favorendo la diffusione di patogeni zoonotici in nuove aree geografiche.
Cosa fare: prevenzione e consapevolezza
La sorveglianza epidemiologica, sia sugli animali selvatici che sull’uomo, è essenziale per monitorare la diffusione del parassita. Ma è altrettanto importante la sensibilizzazione pubblica, soprattutto nelle aree rurali e montane, dove è più facile entrare in contatto con ambienti contaminati.
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