Economia circolare nei cantieri: il modello Seipa spinge il riciclo degli inerti oltre il 50%
Ogni anno in Italia vengono prodotti circa 46 milioni di tonnellate di rifiuti da costruzione e demolizione (C&D), pari al 40% del totale nazionale. Secondo i dati ISPRA 2024, il 98% di questi rifiuti viene avviato a riciclo. Tuttavia, solo lo 0,4% viene effettivamente reintrodotto nei cantieri sotto forma di aggregati riciclati.
Questo paradosso evidenzia una criticità profonda nella filiera: si ricicla tanto, ma si chiude il cerchio solo in minima parte.
Il caso Seipa
Il Gruppo Seipa, attivo dal 1968 nella gestione dei rifiuti inerti, ha dimostrato che un altro modello è possibile. Nei propri impianti, situati nel Lazio, il tasso di sostituzione degli aggregati raggiunge il 52%, oltre 120 volte superiore alla media nazionale.
Questo dato dimostra che una transizione circolare efficace non è solo teorica, ma già realizzata su scala industriale.
L’obiettivo aziendale è superare il 60% entro il 2026, in linea con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e con il target europeo del 70% entro il 2030.
I benefici del riutilizzo dei materiali riciclati
Portare il tasso di sostituzione italiano al livello dei siti Seipa comporterebbe vantaggi ambientali ed economici enormi:
Risparmio di oltre 20 milioni di tonnellate di materiali vergini all’anno
Riduzione di circa 4,6 milioni di tonnellate di CO₂, pari al 25% delle emissioni del comparto C&D
Eliminazione di oltre 10 milioni di tonnellate di rifiuti da discarica
Generazione di valore per 2,5 miliardi di euro all’anno per il settore
Tutto questo contribuirebbe a ridurre i costi ambientali e a rafforzare l’autonomia strategica del comparto delle costruzioni.
Tre leve per la transizione circolare
Secondo Seipa, per scalare il modello a livello nazionale servono tre azioni chiave
1. Innovazione tecnologica: sistemi digitali per monitoraggio, tracciabilità e qualità degli aggregati
2. Spinta normativa: CAM più stringenti e incentivi per il riutilizzo nei bandi pubblici
3. Cambio culturale: progettisti e committenti devono riconoscere l’equivalenza tecnica tra aggregati naturali e riciclati
Il gruppo collabora con università e centri di ricerca per validare le prestazioni dei materiali, promuove la sensibilizzazione e integra sistemi digitali per garantire trasparenza ed efficienza nei propri impianti.
Roma laboratorio di economia circolare
Seipa mira a trasformare Roma, sede principale dell’azienda, in un laboratorio europeo di economia circolare applicata all’edilizia. Un obiettivo ambizioso, ma realistico, soprattutto in un Paese come l’Italia che importa oltre 13 milioni di tonnellate di aggregati naturali ogni anno e che soffre della scarsità di aree di cava autorizzate.
Puntare sul riutilizzo degli inerti significa ridurre la dipendenza da materie prime vergini e abbattere i costi di approvvigionamento e smaltimento.
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