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Electricity Market Report: Italia verso un mercato elettrico rinnovabile, partecipato e flessibile

Electricity Market Report: Italia verso un mercato elettrico rinnovabile, partecipato e flessibile

L’Italia si avvicina a una nuova configurazione del proprio mercato elettrico, orientata a sostenibilità, innovazione e partecipazione attiva. Questo è quanto emerge dall’Electricity Market Report 2025, presentato dall’Energy&Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano. Il report analizza i principali trend del settore, delineando uno scenario in evoluzione che integra fonti rinnovabili, modelli di autoconsumo collettivo, flessibilità e sistemi di accumulo.

banner_leaderboard_okpensione Electricity Market Report: Italia verso un mercato elettrico rinnovabile, partecipato e flessibile

Rinnovabili in crescita ma ancora lontane dagli obiettivi

La quota di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili in Italia è passata dal 35% del 2015 al 49% nel 2024. Sebbene in aumento, il dato è ancora distante dall’obiettivo del 63% fissato dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) per il 2030. Tuttavia, il report evidenzia segnali incoraggianti, in particolare grazie allo sviluppo delle Comunità Energetiche Rinnovabili e delle configurazioni di autoconsumo collettivo.

Comunità Energetiche Rinnovabili in espansione

Nel 2025 si registrano 876 configurazioni attive, di cui 421 sono Comunità Energetiche Rinnovabili (CER). Un anno fa erano appena 46. Lombardia e Piemonte concentrano quasi il 30% delle configurazioni totali, ma si osserva una maggiore distribuzione su tutto il territorio nazionale, con numeri significativi anche in Sicilia, Veneto, Trentino-Alto Adige, Emilia-Romagna, Puglia, Campania e Toscana.

Secondo le proiezioni dello studio, in uno scenario ottimistico si potrebbe arrivare a 2,7 GW di potenza installata da CER al 2028, contribuendo per 2,8 TWh alla produzione fotovoltaica nazionale. Ciò rappresenterebbe circa l’8% dell’energia prodotta nel 2024. Resta però cruciale rimuovere ostacoli normativi e burocratici, come i tempi lunghi di costituzione delle comunità in rapporto alla scadenza del 2027 per accedere agli incentivi.

Flessibilità del sistema elettrico

Un altro tema centrale del report riguarda i meccanismi di flessibilità, indispensabili per bilanciare la crescente quota di energia da fonti non programmabili. La flessibilità globale, gestita a livello di rete di trasmissione, ha finora mostrato risultati deludenti. La partecipazione dei fornitori di servizi di bilanciamento è in calo, e l’impatto delle risorse distribuite resta limitato.

Diversa la situazione sul fronte della flessibilità locale, che coinvolge le reti di distribuzione. Qui i progetti pilota hanno mostrato segnali più promettenti, con una partecipazione crescente e una maggiore aderenza al modello di mercato decentralizzato e partecipato.

Sistemi di accumulo

Il terzo elemento di rilievo riguarda la diffusione dei sistemi di storage. Il meccanismo MACSE ha concluso la sua prima asta il 30 settembre 2025, assegnando 10 GWh di capacità tramite sistemi di accumulo a batteria (BESS). L’interesse per lo storage è molto elevato, con un’offerta quattro volte superiore alla domanda prevista.

L’obiettivo nazionale al 2030 è ambizioso: raggiungere i 58 GWh di sistemi centralizzati. Tuttavia, il 2024 e il 2025 hanno già evidenziato una crescita significativa negli investimenti, accompagnata da una copertura geografica sempre più equilibrata.

Mercato energetico più resiliente e inclusivo

Il report delinea un percorso chiaro: il mercato elettrico del futuro in Italia dovrà essere rinnovabile, grazie a una quota sempre più ampia di energia pulita; partecipato, con cittadini e imprese attivamente coinvolti nella produzione e nello scambio di energia; flessibile, per gestire in modo efficiente la variabilità delle fonti rinnovabili.

Le condizioni per una transizione strutturata ci sono, ma sarà fondamentale accelerare le riforme, superare le criticità burocratiche e garantire un sistema di incentivi coerente e stabile. Solo così l’Italia potrà raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione fissati al 2030 e contribuire in modo concreto alla lotta contro la crisi climatica.

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