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Clima, l’Italia tra i peggiori in Europa per emissioni di gas serra legate agli stili di vita

Clima, l’Italia tra i peggiori in Europa per emissioni di gas serra legate agli stili di vita

L’Accordo di Parigi continua a rappresentare l’obiettivo di riferimento per le politiche climatiche globali. Tuttavia, i dati più recenti indicano una deviazione preoccupante dalla traiettoria prevista. Secondo il rapporto “A Climate for Sufficiency: 1.5-Degree Lifestyles” del think tank berlinese Hot or Cool Institute, gli stili di vita attuali generano un livello di emissioni incompatibile con il limite di 1,5 °C di riscaldamento globale.

Emissioni sette volte oltre i limiti

Le emissioni medie legate agli stili di vita nel mondo sono attualmente pari a 7,1 tonnellate di CO2 equivalenti per persona all’anno. Questo valore è di circa sette volte superiore rispetto al livello auspicabile di 1,1 tonnellate per raggiungere l’obiettivo climatico entro il 2035. Per rientrare nei parametri dell’Accordo di Parigi, sarebbe necessaria una riduzione dell’85% entro il prossimo decennio.

Le disuguaglianze globali tra Nord e Sud del mondo

Il rapporto evidenzia una forte disparità tra i Paesi ad alto reddito e quelli in via di sviluppo. Gli Stati Uniti guidano la classifica con 18,1 tonnellate di CO2 pro capite, seguiti da Australia (13,2) e Canada (11,3). Tra i Paesi europei, spicca l’Italia, al quinto posto con 8,6 tonnellate, davanti a Germania, Regno Unito e Francia. Le emissioni italiane sono otto volte superiori al limite auspicabile, a causa principalmente dell’uso diffuso dell’auto, dei viaggi aerei, del consumo di carne e dell’uso di combustibili fossili per il riscaldamento.

I grandi emettitori asiatici non guidano la classifica

A sorpresa, Paesi come Cina e India, spesso indicati tra i principali inquinatori globali, scendono nella classifica se si considera l’impatto pro capite. La Cina si colloca al 18° posto con 5,5 tonnellate, mentre l’India è al 22° con 3,2 tonnellate per persona all’anno. Anche Paesi a basso reddito come Nigeria e Kenya superano leggermente la soglia raccomandata, ma ciò è dovuto a limiti strutturali nell’accesso all’energia e ai beni, piuttosto che a scelte di consumo eccessive.

Il dilemma politico alla vigilia della COP30

Questi dati pongono un dilemma urgente per i leader mondiali: come conciliare la qualità della vita attuale con la necessità di ridurre drasticamente le emissioni? Alla vigilia della COP30, il tema degli stili di vita sostenibili diventa centrale per ripensare le politiche ambientali e sociali.

La proposta del think tank: un approccio di sufficienza

L’Hot or Cool Institute propone un modello basato sulla sufficienza, che prevede il soddisfacimento dei bisogni essenziali senza eccessi. Il direttore esecutivo Lewis Akenji sottolinea l’urgenza di adottare misure radicali e giuridicamente vincolanti, coinvolgendo governi e imprese in un piano concreto per tornare alla soglia di 1,5 °C. L’obiettivo è garantire un futuro sicuro, equo e prospero per tutti.

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