L’economista Giovannini: “Superare il Pil è la nuova sfida globale dell’ONU”
In un’intervista rilasciata al quotidiano Avvenire, l’economista Enrico Giovannini, co-fondatore e direttore scientifico dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), ha condiviso i dettagli della sua nuova e prestigiosa nomina all’ONU. Unico italiano in un gruppo di 14 esperti, il suo incarico è quello di elaborare un nuovo sistema di valutazione globale che superi il Prodotto interno lordo (Pil) per misurare il reale benessere di persone e Pianeta.
Giovannini non ha dubbi: superare il Pil non è solo possibile, ma necessario. Secondo l’esperto, l’attuale sistema di calcolo è “un anacronismo dannoso” che, pur misurando la produzione economica, trascura aspetti cruciali come la giustizia sociale, l’inquinamento ambientale e la sostenibilità a lungo termine. La sua nomina si inserisce in un’iniziativa senza precedenti del Segretario Generale dell’Onu, António Guterres, che mira a rimettere il benessere al centro delle politiche globali.
L’obiettivo è creare parametri complementari che permettano ai decisori politici di valutare simultaneamente se una scelta economica non solo stimola la crescita, ma anche se migliora la vita dei più poveri e se distrugge l’ambiente. In questo modo, l’ONU punta a promuovere un profondo cambio di mentalità a livello mondiale.
L’Italia in ritardo: la necessità di un cambio di rotta
Nonostante la sua nuova missione internazionale, Giovannini non dimentica la situazione dell’Italia, che “purtroppo è indietro su tanti obiettivi” rispetto all’Agenda 2030. L’economista ha sottolineato come, dopo la pandemia, il Paese abbia visto crescere Pil e occupazione, ma al contempo siano aumentate le disuguaglianze e le condizioni ambientali siano peggiorate. La lotta alla povertà e alle disparità sociali, ad esempio, segna un passo indietro rispetto al 2010.
Secondo Giovannini, l’Italia, pur disponendo di un notevole insieme di indicatori di benessere, non li sta utilizzando a sufficienza per guidare le proprie scelte politiche.
Non solo crescita: la visione per un futuro sostenibile
Per invertire la rotta, serve un cambiamento culturale profondo, che vada oltre la mera innovazione tecnologica per abbracciare quella sociale e politica. Giovannini ha dichiarato di non credere nella “decrescita felice”, ma piuttosto nella “crescita continua del benessere equo e sostenibile“. Questo concetto si traduce nella capacità di generare prosperità senza compromettere l’ambiente o aumentare le disuguaglianze.
L’esperienza di Tuvalu, la nazione insulare minacciata dall’innalzamento del mare che ha avviato una migrazione climatica della sua popolazione in Australia, è un esempio evidente di come la sostenibilità debba diventare la bussola per le politiche del XXI secolo. Se in Africa si seguissero politiche unicamente finalizzate alla crescita economica, senza guardare alla sostenibilità sociale e ambientale, i rischi per l’Italia, l’Europa e il mondo intero sarebbero altissimi.
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