Estate e rischio vibrio: il caldo del mare aumenta le infezioni batteriche in Europa
Con l’arrivo dell’estate e l’innalzamento delle temperature superficiali del mare, sale in Europa il rischio di infezioni causate da batteri del genere Vibrio, tra cui rientra anche l’agente del colera. A lanciare l’allarme è il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), che monitora ogni estate l’andamento di queste minacce emergenti attraverso sistemi di sorveglianza avanzati.
Questi batteri si sviluppano naturalmente in ambienti di acqua salmastra, cioè dove l’acqua dolce incontra quella marina. Trovano condizioni ottimali in presenza di alte temperature e bassa salinità, situazioni sempre più comuni in diverse aree costiere europee a causa del cambiamento climatico.
Dove prolifera il batterio
Negli ultimi anni, le infezioni da Vibrio sono state rilevate soprattutto nel Mar Baltico, un bacino particolarmente vulnerabile per via della sua bassa salinità e delle estati sempre più calde. Tuttavia, secondo l’Ecdc, i batteri sono stati riscontrati anche in altre aree, come il Mare del Nord e numerosi siti balneari, estuari o aree chiuse lungo le coste europee.
Con il riscaldamento delle acque marine in tutto il continente, gli esperti prevedono una progressiva espansione del rischio anche verso altre zone costiere, tra cui quelle dell’Europa meridionale, come le coste italiane, spagnole e greche, già soggette a temperature marine elevate nei mesi estivi.
Cos’è la vibriosi e come si contrae
La vibriosi è un’infezione causata da diverse specie di batteri Vibrio, alcune delle quali possono portare a patologie gravi. Le modalità di trasmissione principali includono:
Il consumo di molluschi crudi o poco cotti, in particolare ostriche.
Il contatto con acqua marina contaminata, soprattutto in presenza di ferite, tagli o piercing.
I sintomi variano in base alla via di infezione: in caso di ingestione, si manifestano diarrea, nausea, febbre e dolori addominali. Se invece i batteri entrano attraverso la pelle, possono causare infezioni cutanee, con gonfiore, dolore, arrossamenti e, nei casi più gravi, complicanze come sepsi, fascite necrotizzante o addirittura amputazioni, soprattutto in soggetti con sistema immunitario compromesso.
Fenomeno in crescita
Sebbene ancora considerate infezioni rare, i casi di vibriosi sono in aumento costante nei Paesi affacciati sul Baltico. L’Ecdc segnala un picco significativo nel 2018, con 445 casi registrati, rispetto alla mediana annuale di 126 tra il 2014 e il 2017. L’impennata è coincisa con un’estate eccezionalmente calda, con temperature marine superiori alla norma.
Questa tendenza evidenzia una correlazione diretta tra le ondate di calore e la proliferazione di Vibrio. Per l’Ecdc, si tratta di un problema sottostimato che richiede attenzione sanitaria e istituzionale, soprattutto nei periodi estivi.
Come proteggersi dal batterio
Per ridurre il rischio di infezione da Vibrio, l’Ecdc raccomanda di adottare alcune misure preventive:
Evitare il consumo di molluschi crudi, soprattutto ostriche, e assicurarsi che i frutti di mare siano cotti a fondo.
In presenza di ferite aperte, piercing o tagli recenti, evitare di nuotare in acque salmastre o marine, oppure proteggere la zona con bende impermeabili.
Dopo il contatto con acqua di mare, in presenza di graffi o tagli, lavare subito la zona con acqua dolce e pulita.
Inoltre, è importante consultare un medico se si sviluppano sintomi gastrointestinali o infezioni cutanee dopo il contatto con acqua di mare, soprattutto durante periodi di elevate temperature marine.
Monitoraggio costante
Per supportare le autorità sanitarie e la popolazione, l’Ecdc ha sviluppato il “Vibrio Map Viewer”, un sistema di mappatura interattivo che utilizza dati satellitari in tempo reale per monitorare temperatura e salinità del mare. Lo strumento consente di identificare le aree a maggiore rischio ambientale per Vibrio, aiutando nella prevenzione e gestione dei casi.
Il monitoraggio continuo e la sensibilizzazione pubblica sono considerati elementi chiave per affrontare l’emergere di queste malattie legate al clima, che richiedono risposte tempestive, soprattutto in un’Europa sempre più soggetta a fenomeni climatici estremi.
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