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Ex Ilva, benzene e cancro: che rischi corrono gli abitanti Taranto

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Ex Ilva, benzene e cancro: che rischi corrono gli abitanti Taranto

Forte apprensione per l’alta concentrazione di benzene registrata a Taranto, sede dello stabilimento ex Ilva. Inalando ogni giorno per tutta la vita 0.17 microgrammi per metro cubo di benzene, si avrà un rischio pari a 1 su 1 milione di contrarre un cancro.  Lo ha stimato l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Noto per la sua tossicità, il benzene è stato classificato dall’agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (International Agency for Research on Cancer, IARC) nel gruppo 1, tra le sostanze con una sicura capacità di generare malattie tumorali nell’uomo.

Le normative in vigore

In Italia, i livelli di concentrazione di benzene in ambienti esterni sono regolarmente controllati tramite specifiche centraline con lo scopo di seguire e verificare (monitorare) con regolarità la qualità dell’aria. Il decreto legislativo n. 155 del 2010, indica in 5 microgrammi per metro cubo il valore limite, da calcolarsi su base annuale. Esistono anche leggi dell’Unione Europea (come il regolamento UE n. 305 del 2011) che regolano il commercio dei prodotti da costruzione, prevedendone una specifica valutazione in relazione alla possibile emissione di alcune sostanze nocive, tra cui il benzene.

I picchi di benzene a Taranto

I picchi di benzene, registrati a Taranto, destano forte preoccupazione. Il sindaco Rinaldo Melucci ha inviato una richiesta di chiarimenti ed informazioni al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. L’obiettivo è conoscere le azioni intraprese allo scopo di affrontare e risolvere il preoccupante aumento dei livelli di benzene nell’aria.

Si tratta dell’ultima iniziativa adottata dal Comune di Taranto alla luce del Report ARPA Puglia relativo al 2023, sul rilevamento delle concentrazioni, soprattutto nel quartiere “Tamburi”, a ridosso dello stabilimento siderurgico.  Ad aver alzato la soglia di allarme sono dati che segnano un peggioramento della qualità dell’aria rispetto ai (già negativi) risultati del 2022. Un peggioramento a cui è più che mai necessario porre rimedi immediati.

La richiesta di chiarimenti al Ministero del sindaco d Taranto

“La città di Taranto ed i suoi abitanti – ha scritto il sindaco Rinaldo Melucci al Ministero – continuano ad essere gravati da una pressione ambientale non più sopportabile.

I risultati del Report che fa riferimento a controlli operati lo scorso anno e gli esiti dei monitoraggi riguardanti i primi mesi del 2024 non devono rappresentare solo un’inquietante statistica. Sono, invece, il chiaro segnale di come per l’intero territorio ionico la situazione stia precipitando.

L’ordinanza

Come è noto, un anno ho firmato un’ordinanza con cui si imponeva alla Società Acciaierie d’Italia S.p.A. di individuare entro 30 giorni gli impianti interessati dai fenomeni emissivi legati al benzene. Ma non solo. La stessa ordinanza chiedeva di trovare una soluzione tale da permettere un’immediata ed efficace inversione del trend relativo alla diffusione nell’aria della pericolosissima sostanza venefica. È altrettanto noto che questo provvedimento è stato impugnato dalle stesse ADI ed ILVA con la conseguenza che tutto è stato aggiornato alla prossima udienza fissata a maggio, quando potrebbero esserci delle prime risposte.



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I risvolti legali

A questo pronunciamento si andrà ad aggiungere la sentenza della Corte di Giustizia Europea sempre sugli effetti che la produzione industriale provoca sulla salute degli abitanti del capoluogo ionico. In ogni caso, la comunità tarantina non può soltanto continuare ad attendere che il suo destino venga deciso in aule giudiziarie. È necessario che le Autorità competenti agiscano subito alla luce dell’altissimo rischio sanitario che si sta correndo. Ed è per questo motivo che chiediamo al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica informazioni precise e tempestive su quali iniziative abbia inteso intraprendere per risolvere il fenomeno dei picchi di benzene nell’aria ed eliminare al più presto gli effetti dell’inquinamento causato dalla produzione industriale dello stabilimento siderurgico.”

Fonti di esposizione e rischi per la salute: rischio cancro

L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ricorda che l’intossicazione acuta da benzene non avviene di frequente. Per lo più è associata all’inalazione a livelli elevati di benzene (molto più alti di quelli presenti normalmente nel nostro ambiente). Il benzene inalato è facilmente assorbito nei polmoni. Si accumula nel tessuto adiposo, midollo osseo, sangue e fegato, dove viene metabolizzato per essere eliminato nelle urine e nell’aria espirata. Gli effetti dell’avvelenamento sono: sonnolenza, mal di testa, vertigini, tachicardia, tremori, convulsioni, irritazione oculare e morte (nei casi più gravi).

Le malattie tumorali

I “bersagli” della intossicazione acuta del benzene nel corpo umano sono, quindi, il sistema nervoso ed il cuore. Sempre, secondo l’ISS, invece, periodi di esposizione di maggiore durata e a basse dosi di benzene hanno effetti sul sangue (sistema emopoietico). Il benzene infatti, provoca tossicità al midollo osseo (produttore delle cellule del sangue), causando una riduzione dei globuli rossi e bianchi con conseguente anemia. Può anche determinare sanguinamenti ed effetti sul sistema immunitario aumentando, così, il rischio di contrarre una infezione. Esposizioni a lungo termine (croniche) al benzene possono, inoltre, provocare varie forme di leucemia: leucemia mieloide acutalinfoma non-Hodgkinleucemia linfatica cronica e mieloma multiplo. Gli effetti sulla salute nei bambini, fino ad oggi, sono ritenuti simili a quelli riscontrati negli adulti. È importante sapere che chi ha avuto un avvelenamento acuto da benzene ha un rischio maggiore di ammalarsi di leucemia. Il consiglio degli esperti è quello di effettuare con frequenza e regolarità, e sempre sotto consiglio e controllo medico, gli esami del sangue necessari.

Prevenzione

Limitare il più possibile l’esposizione delle persone al benzene può essere considerata l’azione più importante di prevenzione per tutta la popolazione e specialmente per i lavoratori a rischio.

Anche smettere di fumare, oltre a determinare effetti benefici sulla salute, può sicuramente contribuire a limitare i rischi legati all’esposizione al benzene sia per il fumatore sia per le persone soggette al fumo passivo, specialmente negli ambienti interni (indoor) e in auto.

Per diminuire i livelli di benzene presenti negli ambienti interni (indoor), è sicuramente buona norma:

  • arieggiare le abitazioni aprendo, preferibilmente, le finestre più distanti dalle strade più trafficate o, comunque, nelle ore in cui il traffico è minore
  • evitare di soggiornare e riposare in ambienti dove sono utilizzati prodotti come bastoncini d’incenso, deodoranti e diffusori di profumi e in ambienti in cui sono stati appena usati materiali da costruzione o posati rivestimenti.

Il traffico dei veicoli è una fonte importante di esposizione al benzene, anche all’aria aperta sarebbe dunque opportuno diminuire i livelli di traffico.

Cos’è il benzene

Altamente infiammabile, il benzene a temperatura ambiente evapora facilmente nell’aria (volatile), con un caratteristico odore dolciastro ed aromatico: da questa caratteristica deriva il nome della classe dei composti chimici “aromatici” di cui è il capostipite.

Dal punto di vista della struttura chimica, è costituito da un anello esagonale a 6 atomi di carbonio (per le specifiche caratteristiche detto anello aromatico) legati a 6 atomi di idrogeno (la sua formula chimica è infatti C6H6).

Componente dei derivati del petrolio e del petrolio greggio (quello appena estratto dai pozzi e non ancora lavorato) è presente nell’aria praticamente ovunque a causa di:

  • eventi naturali (incendi dei boschi o fuoriuscita di gas dai vulcani)
  • attività umane ed industriali che utilizzano petrolio greggio e suoi derivati come combustibili o per la produzione di lubrificanti, solventi e collanti
  • gas di scarico di veicoli a motore, alimentati a benzina. Il benzene insieme ad altre sostanze come toluene e xilene, viene aggiunto alla benzina verde come antidetonante in sostituzione del piombo tetraetile usato in precedenza ed eliminato per i suoi effetti tossici.
  • Il benzene costituisce circa l’80% delle emissioni totali nell’aria dove, in pochi giorni, si degrada reagendo con altri composti. Il vento e la pioggia, a loro volta, aiutano a diluire e ridurre i livelli di benzene nell’aria facendolo ricadere e deporre al suolo,

Le emissioni di benzene

Il benzene, inoltre, può anche contaminare l’acqua a causa della diffusione nell’ambiente di sostanze derivate dal petrolio o per la presenza di scarichi nocivi ed illegali prodotti da specifici impianti industriali.

Negli ambienti interni il benzene può essere emesso da:

  • fumo di sigaretta;
  • combustioni domestiche dovute all’uso di camini, stufe, bastoncini d’incenso, deodoranti, diffusori per ambiente;
  • prodotti utilizzati per la costruzione di palazzi o per le rifiniture degli stessi edifici (vernici, colle, adesivi, solventi);
  • vicinanza ad aree ad alto traffico che può favorire la penetrazione negli ambienti interni del benzene presente all’esterno;
  • parcheggi, autofficine e box auto sotterranei che, specialmente se non areati, possono avere nell’aria alte concentrazioni di benzene.

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